Articolo 11/11/03 Repubblica

 

ARTICOLO PUBBLICATO SU LA REPUBBLICA 11/11/2003
(Il Tribunale ammette l’esistenza di un controllo mafioso nel sistema delle vendite giudiziarie) 

Stralcio dell’articolo tratto da:
La Repubblica 11/11/03  – Milano Cronaca

Dal blocco delle procedure relative alle esecuzioni immobiliari alla prassi inaugurata da un pool di giudici: storia di una “straordinaria amministrazione”.
Era il 1998 quando la legge di riforma dava il via all’ambizioso progetto teso all’ottimizzazione delle tempistiche e della prassi legate alla vendita degli immobili da parte dei Tribunali competenti.

In quel periodo il Tribunale di Milano era sommerso da una vera e propria valanga di procedure: 11.000 quelle pendenti, di cui 4.000 in attesa della fissazione della prima udienza, come dire bloccate a causa del mancato deposito dei certificati richiesti (quelli che in gergo tecnico vengono definiti “certificati ipocatastali”). Ed è stata sempre la stessa riforma a dare un “colpo d’acceleratore” all’intero comparto delle procedure esecutive, grazie alla sostituzione del certificato ipocatastale col certificato notarile ed alla sostituzione di termini più brevi per il deposito, pena l’estinzione della procedura stessa.

Ma l’entrata in vigore di una normativa non sempre coincide con l’effettiva sua applicazione. Un impulso concreto, perciò, alla prassi delle esecuzioni immobiliari si è registrato grazie al lavoro sinergico promosso da un pool di magistrati di Milano unitamente all’Ordine degli avvocati ed al Consiglio notarile.

Obiettivo: coniugare garantismo ed efficienza nel pieno rispetto delle disposizioni vigenti in materia. Da qui la prassi inaugurata dal Tribunale di Milano in seno alle procedure immobiliari rappresentata dalla delega al notaio. almeno per tutti quegli immobili di valore superiore ai 50.000 Euro. Una formula, questa, che ha rappresentato un vero e proprio acceleratore.

Attraverso la delega, infatti, ogni giudice riesce oggi , in ogni singola udienza, a rilasciare dalle 15 alle 20 deleghe. Potremmo dire che, considerati i tempi medi necessari all’espletamento della intera fase notarile, che vanno dai 6 ai 18 mesi, la procedura avviata dal Tribunale di Milano può, a pieno regime, garantire l’espletamento di una esecuzione immobiliare ordinaria nel giro di un anno e mezzo/due, un termine che può dirsi senza dubbio più ragionevole ed accettabile se confrontato alla media europea. non si può, comunque, dimenticare che il percorso dei giudici del Tribunale di Milano è stato particolarmente difficile, soprattutto nei confronti di un problema estremamente rilevante quale quello legato alla turbativa d’asta, vero e proprio tallone d’ Achille per il sistema delle esecuzioni..

E’ proprio su questo punto che i giudici sono intervenuti in maniera decisa denunciando alla Procura al fenomeno e contribuendo così alla instaurazione di un clima più sereno che ha favorito una più massiccia partecipazione del pubblico alle aste nel rispetto dell’equità giuridica. Sono trascorsi ormai circa 2 anni, infatti, dallo scandalo delle aste truccate che portò agli 8 arresti del palazzaccio.
I giornali allora parlarono di un “cartello” di speculatori.
Una specie di organizzazione in grado di condizione le gare per l’acquisto degli immobili pignorati. Come dire, nessuno poteva partecipare ad un’asta giudiziaria senza pagare una “commissione” che andava dal 10 al 15 percento del valore dell’immobile che intendeva acquistare.
In caso contrario il “cartello” soprannominato allora “La compagnia della morte” avrebbe fatto lievitare al prezzo

Allora l’inchiesta della procura milanese scattò a seguito di una coraggiosa denuncia da parte della dottoressa GABRIELLA D’ORSI, Presidente della terza sezione del Tribunale civile. Grazie a quelle indagini si assume che tutto “sarebbe cambiato” …

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