NUOVI MOTIVI DI APPELLO PER MASTROGIOVANNI?

Questa mattina è giunta sulla scrivania del Procuratore Generale di Salerno una nuova istanza da parte dell’Associazione Movimento per la Giustizia Robin Hood – Avvocati senza Frontiere, volta a sollecitare un’integrazione degli scarni motivi di appello proposti dal pm Martuscelli che già aveva preso le difese degli imputati avverso la sentenza del Tribunale di Vallo della Lucania. Sentenza come si ricorderà che condannava per sequestro di persona e morte conseguente altro delitto colposo a pene del tutto miti  il primario e i medici del lager psichiatrico di Vallo della Lucania, assolvendo invece del tutto incongruamente gli infermieri che lasciavano morire Franco Mastrogiovanni, ignorando cinicamente le sue ripetute richieste di aiuto riprese dalle telecamere interne.
Su quelle fatidiche 84 ore di ininterrotto supplizio e agonia, ove in una struttura sanitaria è stata clamorosamente negata a un essere umano la necessaria assistenza, l’Associazione chiede sia fatta piena luce, chiamando a rispondere tutti i responsabili, anche in sede politica, che hanno autorizzato il TSO e la successiva ingiustificata prolungata contenzione, a seguito della quale “per effetto di logiche criminogene” – come si legge nell’istanza al P.G. di Salerno – veniva barbaramente tolta la vita a Franco Mastrogiovanni“.
In buona sostanza l’Associazione censura non solo l’attività del pm Martuscelli ma anche la scelta del Procuratore Capo che nonostante la discussa gestione del giudizio di primo grado, le molteplici negligenze, omissioni e violazioni procedimentali, ha affidato la stesura dei motivi d’appello congiunto allo stesso Martuscelli, il quale in stridente contrasto con l’inpianto accusatorio del primo P.M. Dott. Rotondo, aveva chiesto la derubricazione in omicidio colposo, prendendo apertamente le difese degli imputati e in particolare del primario Dott. Di Genio.
Motivi di appello che a giudizio dei legali di Avvocati senza Frontiere risultano molto scarni ed eccessivamente superficiali nella ricostruzione dei fatti e delle responsabilità di medici ed infermieri.

Una nuova patata bollente torna quindi nelle mani del P.G. di Salerno chiamato a integrare i motivi di appello, anche ex art. 585 co. 4 c.p.p.  – come prosegue la nota dell’Associazione – “tenuto conto che la Procura di Vallo ha omesso qualsiasi richiesta di refomatio in pejus sostanziale (per omicidio preterintenzionale, etc. …), limitandosi al computo delle circostanze aggravanti, senza peraltro fornire elementi concreti per la prevalenza delle aggravanti, come invece circostanziatamente e diffusamente indicate nelle istanze ex artt. 570 e 572 c.p.p. di cui in premessa e nell’atto di appello dell’esponente Associazione, a cui si rimanda e ci si riporta integralmente”.

“Alla luce di ciò e della gravità dei reati che rischiano di restare impuniti – conclude l’Associazione – si rende pertanto necessario ed opportuno sollecitare le A.G.  in indirizzo, melius re perpensa, a voler richiedere una diversa e più grave qualificazione giuridica a carico sia degli infermieri sia dei medici ex art. 597 c.p.p., nonché a voler meglio approfondire le risultanze probatorie e riesaminare le singole responsabilità di medici ed infermieri, in particolare per quanto le posizioni di Casaburi, De Vita, Tardio e Russo, tutti responsabili di avere concorso e praticato senza soluzione di continuità sia le cc.dd. contenzioni di “polizia”, per “comodità”, per “tipo di autore” e “precauzionale”.
Nei prossimi giorni verrà anche depositato l’atto di appello nell’interesse della parte civile censurando la sentenza anche in relazione alla mancata liquidazione di una provvisionale in favore delle parti civili.
Per info: Segreteria A.s.F. 02-36582657- 329-2158780

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