QUANDO IL P.M. FA L'AVVOCATO DEGLI IMPUTATI: LO SCANDALOSO CASO MASTROGIOVANNI

Udienza 2 ottobre 2012, Vallo della Lucania.
Per l’omicidio preterintenzionale di Francesco Mastrogiovanni, come prevedibile il P.M. Martuscelli ha chiesto di derubricare i reati più gravi, smontando l’impianto accusatorio del precedente P.M., Francesco Rotondo, “promosso” per impedirgli di concludere il processo.
La Segreteria di Avvocati senza Frontiere, mentre è ancora in corso la requisitoria, rende noto che, a seguito della mancata astensione del P.M. Renato Martuscelli che ha ignorato la richiesta del difensore della Onlus Movimento per la Giustizia Robin Hood, costituita parte civile con l’Avv. Michele Capano del Foro di Salerno, ha inviato un circostanziato Esposto al C.S.M. e al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Salerno per procedere in sede disciplinare nei confronti del P.M. Martuscelli e per valutare la rilevanza penale delle gravi e molteplici violazioni procedimentali che si sono verificate nell’ambito del processo in corso da oltre tre anni.
Dopo aver sottoposto ad attenta disamina lo svolgimento del processo, nonché le attività svolte dalle parti, i legali dell’Associazione si sono resi conto dell’intollerabile assenza del P.M. che in spregio alle sue funzioni istituzionali ha assunto in maniera sfacciata, senza mezzi termini, la difesa degli imputati, cercando di minimizzare le gravi responsabilità degli stessi, rivolgendo, viceversa, le proprie attività d’accusa nei confronti della vittima, nel precipuo scopo di alleggerire le condotte dei medici e del personale  ospedaliero, nonché delle stesse forze dell’Ordine che hanno eseguito con modalità illegittime, il brutale fermo di una persona assolutamente sana di mente e pacifica che implorava di non venire portato presso il lager psichiatrico del San Luca di Vallo della Lucania, preavvertendo con grande lucidità che sarebbe stato ucciso.
A riguardo, i legali di Avvocati senza Frontiere hanno
ricordato la pregressa attività persecutoria del P.M. nei confronti del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni, quando il povero Mastrogiovanni era ancora in vita, sotoponendolo, ingiustamente, già anni orsono, alla misura della custodia cautelare per oltre 9 mesi, per fatti del tutto insussistenti di pretesa “resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale“, dai quali l’odierna vittima è stata poi assolta con formula ampia dalla Corte d’Appello di Salerno, riconoscendo l’abuso da parte delle Forze dell’Ordine, e condanna dello Stato Italiano da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, per l’ingiusta detenzione.
L’esposto prosegue denunciando l’anomalo comportamento endoprocessuale e l’assoluta inerzia investigativa del P.M. Martuscelli, anche nel connesso procedimento R.G.N.R. 1799/09, nell’ambito del quale ha richiesto nelle scorse settimane l’archiviazione nei confronti dei medici che avevano disposto il TSO di Mastrogiovanni, risultando perciò evidentemente incompatibile e impensabile che potesse oggi sostenere la Pubblica Accusa, sostituendo l’originario P.M. che
aveva svolto in maniera ineccepibile le indagini e disposto i rinvii a giudizio, venendo infine rimosso, mediante promozione: “promoveatur ut amoveatur” [noto brocardo latino, la cui traduzione è “sia promosso affinché sia rimosso”, usato per esprimere la necessità di liberare un ruolo chiave dell’organigramma dalla persona che lo occupa, promuovendola ad un qualunque altro ruolo di rango superiore, quale unico mezzo per poterlo “legalmente” allontanare dalla posizione occupata, ritenuta scomoda agli interessi dei poteri dominanti].
Ciò non bastando, anche le stesse condotte endoprocessuali tenute dal Dr. Martuscelli nel corso del dibattimento hanno rivelato la sua manifesta parzialità, animosità e acrimonia verso la persona del defunto Mastrogiovanni, nei cui confronti giungeva
addirittura ad infierire con diffamanti e false insinuazioni,  dipingendolo come pericoloso sovversivo, spingendo i testimoni ad esprimere valutazioni negative e del tutto inconferenti alla illegittima prolungata contenzione che ne ha provocato la morte. D’altro canto, il Martuscelli rivelava prevenzione e grave inimicizia, omettendo qualsiasi attività, quale rappresentante della Pubblica Accusa, neppure ravvisavando la necessità di sollevare eccezione di inammissibilità circa l’ammissione della testimonianza della Dr.ssa Di Matteo, in quanto indagata nel parallelo procedimento connesso R.G.N.R. 1799/09, relativo al TSO, giungendo, infine, ad omettere di richiedere l’acquisizione del video integrale delle oltre 83 ore di tortura con mani e piedi legati, senza acqua nè cibo, da cui si poteva, altresì, accertare la presenza del primario che invece la difesa sosteneva in ferie.
Ragioni per cui prima di conoscere l’esito della requisitoria del P.M. che si è poi appreso aver richiesto la derubricazione dei reati più gravi, premonitoriamente il comunicato stampa di Avvocati senza Frontiere avanzava l’ipotesi che vi erano fondati motivi per ritenere che il Martuscelli avrebbe richiesto l’assoluzione del primario del lager psichiatrico e pene
miti nei confronti dei terzi imputati aventi causa.
In effetti, l’anomala Pubblica Accusa è andata ben oltre, ritenendo insussistente il reato di sequestro di persona, contestato in origine dal P.M. rimosso, a tutti i 18 imputati tra medici ed infermieri, ha fatto cadere l’imputazione di cui all’art. 586 c.p. (morte come conseguenza di altro delitto), sostenendo la mancanza dell’elemento doloso del delitto, chiedendo, infine, la derubricazione ad omicidio colposo.
Attraverso tale capzioso percorso argomentativo, insultando il buon senso e l’intelligenza del popolo italiano che ha visto il video integrale dell’atroce agonia inflitta ad un uomo sano, libero e in pieno possesso della sue facoltà mentali, il P.M. Martuscelli, ritenendo la contenzione che ha provocato l’atroce morte della vittima, come “blanda e irrilevante“, ovvero (sic!) un “atto medico dovuto“, anzichè barbara tortura medievale, ha chiesto lievi pene comprese tra i due anni e i due anni e 7 mesi per il personale medico e sanitario in servizio la notte tra il 3 e il 4 agosto 2009.
La difesa di Avvocati senza Frontiere anticipa che nella propria arringa richiederà anche ai sensi dell’art. 523 c.p.p., la visione del filmato integrale, sottolineando che, senza l’acquisizione agli atti di tale basilare prova, nessun giusto verdetto potrà scaturire all’esito del processo.
E’ da ritenersi infatti che l’anomalo P.M. non si mai neppure peritato di esaminare integralmente il filmato, in quanto ove avesse trovato il coraggio di farlo, posto di fronte alla consapevolezza dei fatti e a quali atroci sofferenze e’ stata ininterottamente sottoposta la vittima di tali disumani trattamenti, definiti del tutto incoscientemente “atti medici dovuti”  non avrebbe di certo avuto l’ardire di definire la contenzione praticata “blanda e irrilevante“, nè tantomeno di coprire le ben più gravi responsabilità penali e  sarebbe giunto a ben diverse ipotesi, contestando invece l’omicidio preterintenzionale.
Il testo integrale dell’esposto sarà disponibile nella Mappa della malagiustizia in Italia sul sito: https://www.avvocatisenzafrontiere.it/
Per saperne di più e vedere il video integrale:
http://www.lavocedirobinhood.it/Articolo.asp?id=201&titolo=T.S.O.: CURA O TORTURA? ASSASSINIO MASTROGIOVANNI. LA LEGGE BASAGLIA 32 ANNI DOPO

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-hanno-ucciso-mastrogiovanni/2191955

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ora-processano-mastrogiovanni/2192178/25
http://video.corriere.it/agonia-mastrogiovanni-maestro-lasciato-morire-ospedale/cae4f01e-0a30-11e2-a442-48fbd27c0e44
http://italy.indymedia.org/category/tags/michele-genio
http://informarexresistere.fr/2012/09/29/guardare-lorrore-lagonia-di-francesco mastrogiovanni/#axzz28EIyqPGV
http://magazine.liquida.it/2012/09/28/francesco-mastrogiovanni-cronaca-di-una-morte-ignorata/
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/09/28/sullespresso-lagonia-francesco-morto-dopo-letto-contenzione/205938/
“Mastrogiovanni è morto un’altra volta”, L’Unità 4/10/12
(scarica articolo da file allegato)
Brevi cenni sul Movimento per la Giustizia Robin Hood
Ente non lucrativo di utilità sociale riconosciuto con Decreto del Presidente della Regione Lombardia n. 369/99, operante su tutto il territorio nazionale, che si adopera da oltre 25 anni per il rispetto della legalità e dei diritti umani, a tutela di interessi diffusi dei cittadini e dei propri associati, contro qualsiasi forma di discriminazione e abuso di autorità, anche da parte delle istituzioni, offrendo assistenza legale ai soggetti in stato di bisogno, attraverso la rete di “Avvocati senza Frontiere”.
In particolare, tra le finalità della Onlus rientrano anche la tutela del diritto alla salute, nonché di adeguate cure e trattamenti
sanitari, quali fondamentali diritti dell’individuo e interessi della collettività, costituzionalmente protetti, che sono inscindibilmente connessi alla più generale tutela del rispetto della dignità della persona umana e dei diritti dei soggetti più deboli, come si evince dallo Statuto associativo della Onlus nei vari aggiornamenti on line.
Tali attività associative di tutela vengono svolte attraverso gli sportelli di “S.O.S. Giustizia” e la rete di “Avvocati senza Frontiere”, che si prefiggono di garantire il diritto di difesa, anche dei non abbienti, in ogni sede anche sovranazionale, tutelando con fermezza e coraggio civile i cosiddetti “diritti negati”, nonché quelli dei propri associati, come emerge dallo Statuto associativo, che prevede espressamente la facoltà dell’Ente di intervenire in giudizio e di costituirsi parte civile nei casi di particolare rilevanza sociale, anche al fine di monitorare il corretto svolgimento dei procedimenti e l’esercizio dell’azione penale, onde affermare in concreto il
principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Nel caso di specie, L’Associazione, avuta notizia della sostituzione del P.M. originariamente titolare dell’indagine, che aveva disposto il rinvio a giudizio degli imputati, svolgendo una ineccepibile attività, poi sostituito dal P.M. Dr. Renato Martuscelli, si è costituita parte civile, non solo al fine di  monitorare il procedimento, ma anche di denunciare abusi, violazioni procedimentali, omissioni, rapporti collusivi e anomalie che soventemente possono verificarsi in processi di
particolare rilevanza sociale per coprire le responsabilità di soggetti in posizione dominante e imputati cd. “eccellenti”, in grado di esercitare pressioni sugli organi giudicanti, pilotando l’esito dei procedimenti con assoluzioni o pene molto miti.
Info: Segreteria Avvocati senza Frontiere 02/36582657 329/2158780
http://www.lavocedirobinhood.it/Articolo.asp?id=232&titolo=QUANDO IL P.M. FA L’AVVOCATO DEGLI IMPUTATI: LO SCANDALOSO CASO MASTROGIOVANNI

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