LA NUOVA TANGENTOPOLI? NASCE IN VALSUSA.

MARCIA NO TAV RIVALTA – RIVOLI
23 settembre 2010 LA NUOVA TANGENTOPOLI? NASCE IN VALSUSA.
Negli ultimi giorni qualcosa di nuovo ha cambiato gli equilibri. 
L’europarlamentare Vito Bonsignore, ha dichiarato: «Così com’è oggi la proposta Tav è diversa da quella di anni fa, e quindi è un’altra cosa. Le merci saranno poche, molti di più i passeggeri. Diversamente da come sostiene Virano». Ed è scoppiato un macello. Chi si è agitato però non ha notato che già Tremonti alcuni giorni prima aveva chiesto di ridurre i costi troppo alti  (1.300 euro al cm oggi), ipotizzando di utilizzare una sola galleria. 

Pochi sapevano in quel momento ciò che invece preoccupava il Ministro: 
1) mancano i soldi e quei 671 milioni di Euro di finanziamento UE rischiano di far accendere le luci nel buco delle finanze italiane (se lo Stato italiano ricevesse richiesta di “mettere sul piatto” la sua parte di finanziamento, scoppierebbe probabilmente il bubbone da parte della UE;
2) probabilmente Tremonti sapeva già ciò che invece è apparso sui giornali solo domenica 19 settembre, ovvero che il Portogallo aveva appena annullato le gare d’appalto per la tratta Madrid-Lisbona, a causa aumento costi e crisi economica. Si noti bene che per 50 km di una tratta i costi erano 1,9 miliardi di Euro, ovvero 38 milioni a km, non certo 130 come per la Torino-Lyon… eppure il Portogallo ha deciso di sospendere tutto!
A questo punto chi ci legge comincerà ad interrogarsi sulla stranezza di questi dati così difformi, ed allora non ci resta che indicare alcune istruttive letture.
Una scheda su chi questa opera in valle di Susa la progetta: la Tecnimont, un articolo di Gianni Barbacetto, che parla proprio della linea TAV in valle di Susa, intitolato: La nuova tangentopoli? Nasce in Valsusa. 
Naturalmente ognuno si farà la sua personale idea su ciò che succede, appare però indiscutibilmente chiaro a questo punto che sono saltate tutte le regole del gioco, che manca il senso della misura come dice il giudice Imposimato.
20 settembre 2010: LA VALLE DI SUSA? COME UNA PENTOLA A PRESSIONE.
La Valle oggi è una pentola a pressione, con il gas acceso al massimo. Si intervallano nei vari centri valsusini le serate informative sul progetto LTF. Gli amministratori che hanno letto i progetti, provano a spiegarli ai cittadini
Ci sono gli esperti della Comunità Montana, di Habitat e dei vari Comitati No TAV che hanno riletto, sempre più allarmati, i dati di questo ennesimo progetto, il quinto (ufficiale) della serie. E dopo che da Firenze e dal Mugello sono saliti in valle a spiegare cos’è successo in Toscana, i valsusini sono ancora più preoccupati.

Ci sono i giornali locali che prendono nota e trasferiscono tre volte a settimana i dati del possibile scempio a tutti i cittadini. Si susseguono iniziative di mobilitazione, incontri, marce; riunioni tra esperti, ambientalisti, comitati. Presidi No Tav nascono come funghi, dopo quello di Maddalena, l’ultimo è quello di Vaie.
Poi ci sono i partiti regionali e nazionali affaccendati a garantire agli industriali che gli appalti si faranno. Il PD torinese si dice imbarazzato da una semplice marcia tra le vigne. Mentre il PD in modo puerile prova a pensare di isolare il presidente della Comunità Montana Plano, l’immagine del PD all’estero è ai minimi storici se perfino il quotidiano spagnolo El Pais scrive: PD? En coma y sin respirador… solo in Valle di Susa c’è un po’ d’aria?
La situazione si può ben inquadrare riassumendo alcune frasi apparse sui giornali:
Plano, presidente Comunità Montana: “No Tav e amministratori di nuovo uniti: «E’ solo l’inizio» 
«Restiamo uniti. Ora e sempre resistenza». Ezio Paini, sindaco di Giaglione.
Davide Bono (Movimento Cinque stelle) la «Valsusa è un esempio di responsabilità e libertà».
Chiamparino, sindaco di Torino e possibile candidato alla leadership del PD: “vincere i congressi per isolare Plano”, e non sarà un caso se La Stampa titolava in questi giorni: “Blitz nelle sezioni contro i No Tav del Pd”.

Le “prove tecniche di resistenza” a Chiomonte sono stae un successo: siamo alle pendici del Rocciamelone e altri luoghi storici per la Lotta di Liberazione, siamo in un imbuto, un territorio di montagna, stremato dalla disoccupazione come gran parte del Paese, ma che ha sempre rifiutato compensazioni ed accordi sottobanco di svendita del territorio. I pochi amministratori che hanno provato a fare il “salto della quaglia” o che si vantano di aver fatto spostare dai loro paesi il tracciato della linea vengono pubblicamente contestati e non c’è da stupirsi, visto che cinque anni fa sulle barricate rifiutavano l’appellativo di “Nimby”.

Decine di persone sono al lavoro in ogni paese, amministrazione, Comitato e associazione ambientalista. Leggono i 12 scatoloni di carte dei progetti, fanno osservazioni, cercano di capire quale sarebbe il loro futuro se un progetto del genere si realizzasse. Più leggono, più sentono il bisogno di organizzarsi per opporsi con tutti i metodi legali e non violenti conosciuti. 
La pentola è bollente, c’è bisogno di tanto buon senso da parte di tutti. C’è bisogno che ognuno faccia bene il proprio lavoro, nel rispetto delle leggi, delle proprie dirette responsabilità, per il bene, non tanto della Valle di Susa ma di tutto il Paese.

MA SARA’ DURA! (ma per loro)

info@ambientevalsusa.it

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