Il sacco di Casalnuovo sui terreni dell'Augustissima Arcinconfraternita. Collusioni tra alti prelati, magistrati, pezzi dello Stato e potere politico.

L’INCREDIBILE ODISSEA GIUDIZIARIA DI LUIGI IOVINO.

C’è di mezzo la Augustissima Arciconfraternita dei Pellegrini, elitaria compagine fra poteri occulti e religione comprendente magistrati, alti prelati, medici e pezzi dello Stato, nel calvario quotidiano degli ultimi 15 anni di Luigi Iovino, il blogger divenuto famoso per essersi incatenato dinanzi al palazzo del Consiglio Superiore della Magistratura.

Luigi Iovino nel 1993 stipula un preliminare di compravendita per un appartamento all’interno del Parco delle Ginestre, a Casalnuovo. L´immobile in questione rientra in una lottizzazione richiesta dalla “Arciconfraternita degli ospedali e Santissima Trinità dei Pellegrini e dei Convalescenti“, di cui “la Voce”, nel 2002, divulgò gli elenchi segreti.

E’ il Comune di Casalnuovo a rilasciare la concessione edilizia n. 133 del 1990, successivamente girata alla società “Del Vecchio Costruzioni spa”. Casalnuovo è uno di quei comuni a rischio nella zona nord di Napoli su cui sorgono interi villaggi di cemento abusivi. A un anno dal preliminare di vendita, Iovino prende possesso («come consegnatario») della casa, ma non salda il prezzo concordato, perché scopre che «la società non era in grado di regolarizzare la vendita e che i documenti catastali e amministrativi non erano legali».  Ma con la solita logica della magistratura di regime, usando due pesi due misure, nei confronti dei poveracci, la famiglia Iovino è costretta a sloggiare dagli immobili costruiti in violazione alle norme di legge, mentre nulla sfiora i potenti costruttori e i religiosissimi padroni dei terreni, ignorando vergognosamente che gli Iovino per acquistare quell’appartamento avevano speso un’intera vita di lavoro, vedendosi volatilizzare tutti i loro risparmi.

Poco dopo la sentenza del tribunale il tenace Iovino scopre però che lo stesso appartamento che è stato costretto a rilasciare dai giudici civili partenopei è stato venduto ad altra famiglia. Da questo momento comincia una vera e propria guerra giudiziaria prima in sede civile e poi penale. Iovino fa i nomi e i cognomi di chi lo avrebbe truffato. Nelle sue denunce chiama in causa il Comune di Casalnuovo, la Curia di Napoli, il Gruppo Ferlaino. Poi gli stessi magistrati che accusa di “truffa processuale”.

Iovino dedica la sua vita a ottenere la restituzione della caparra (circa 87.500.000 di vecchie lire su un totale di 175.000.000) versata per una casa che lui definisce «abusiva» e soprattutto per «avere giustizia». Quindici anni di processi, un blog (www.luigiiovino.it) ben documentato e pieno di documenti e denunce sui giornali da L’Espresso e la Repubblica a giornali locali.

Circa due anni fa, a seguito del clamore suscitato dli articoli apparsi sulla stampa, finalmente il procuratore capo di Nola (Procura competente per gli abusi edilizi) chiede un incontro urgente al magistrato che sta curando il “fascicolo Iovino”, Francesco Raffaele. I carabinieri raccolgono tutte le denunce e preparano un dossier per il procuratore Mancuso, partendo dalla prima denuncia (1998) per vizi strutturali dell´immobile (tra cui il giardino) e la mancanza di documenti. Nel dossier, le denunce prodotte negli anni da Luigi Iovino (sia in sede civile che penale) ruotano attorno a due reati: abusivismo edilizio e falsità documentale. Il primo reato è legato a una domanda di condono edilizio, ancora in fase di definizione. Mentre “la falsità documentale” potrebbe essere inficiata da tre domande di sanatoria presentate dalla “Del Vecchio” e per cui la Procura di Napoli nel dicembre 2005 aveva già chiesto l´archiviazione. Insomma un processo sul filo burocratico-amministrativo e con un forte rischio di prescrizione dei reati, causato dalla ingiustificata inerzia degli organi giudiziari e dall’omesso tempestivo esercizio dell’azione penale.

Nella lettera aperta e Denuncia del 21.7.09, pubblicata sul suo blog, Iovino ricostruisce il calvario giudiziario della sua famiglia e gli abusi subiti dalle Procure di Napoli e Roma, dove aveva ottenuto l’apertura di un fascicolo sulle indagini archiviate troppo velocemente nel 2005 dalla Procura di Napoli e sull’operato del personale di giustizia nei processi civili e penali.

Ma anche la procura di Roma rimane del tutto inerte e quindi il procedimento passa nelle mani della procura di Perugia, nota roccaforte massonica e punto di approdo degli insabbiamenti romani, che “more solito” pare cerchi di mettere tutto a tacere, senza alcuna indagine.

Il “j’accuse” di Iovine si concentra soprattutto sul fatto che gli immobili realizzati, grazie al “sacco di Casalnuovo” (sette palazzi su un totale di 135 abitazioni) sono ancora in piedi, tutti “regolarmente” abitati e i frutti economici dello scempio vanno ancora oggi a beneficio dei costruttori proprietari dei terreni, nonostante le tante sentenze penali che avevano riconosciuto le violazioni edilizie. Le procure via via adite non potevano quindi non riconoscere le gravissime responsabilità dell’Amministrazione Comunale di Casalnuovo sia nelle costruzioni abusive ma anche e soprattutto in relazione alla frode amministrativa e giudiziaria in atto, i cui mandanti secondo i difensori della famiglia Iovino non possono che essere gli enti di Culto controllati dalla Curia di Napoli che prima favorirono la costruzione di 135 appartamenti abusivi, omettendo ogni tipo di controllo sugli abusi edilizi ed amministrativi e da ben 15 anni a questa parte si godono i frutti degli illeciti commessi, cioè i canoni di locazione di 40 appartamenti abusivi, costruiti con i soldi ricavati dalla vendita di altri 95 appartamenti abusivi a famiglie ignare di avere acquistato immobili non commerciabili.

Conclusivamente, il blog di denuncia chiude affermando che deve necessariamente esistere un “patto tra operatori deviati” di Chiesa, Stato, magistratura, forze dell’ordine e colletti bianchi, in danno di chi cerca giustizia contro una delle componenti del patto mafioso. “Un patto che non esclude il riscorso alla violenza, alla prevaricazione, alla negazione dei diritti e della giustizia, con l’unico scopo di salvaguardare gli interessi illeciti dell’uno e dell’altro, in un carosello che travolge ogni legittima aspirazione dei cittadini comuni”.

http://www.luigiiovino.it/default.asp?idSettore=72&idPagina=79&what=testopagina

 

 

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