RUBARE QUANDO SI HA FAME NON E' REATO. L'UNICO VERO CRIMINE E AFFAMARE GLI ANZIANI E CREARE LEGGI CHE PROTEGGONO CHI RUBA LE RISORSE PUBBLICHE

E’ stato definito da taluni il «Robin Hood degli anziani» da altri una sorta di «Santo protettore» dei vecchietti indigenti scoperti a “rubare” nei supermercati.
Quello che ci appare certo e inconfutabile è che l’azione che viene comunemente definita “rubare”, quando si ha fame non può venire sensatamente considerata da una Società civile (degna di questo nome) come reato.
E’ da ritenere invece tra i più  ignobili reati quello di affamare le persone e creare leggi che proteggono chi ruba le risorse pubbliche, anzichè tutelare gli anziani, assicurando loro una vecchiaia serena.
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LA STORIA
Si chiama Alessandro Maiorano è un semplice impiegato del Comune di Prato, città dove vive da 50 anni. Quando scopre che un vecchietto è stato sorpreso a rubare cibo nei supermercati di tutta Italia e magari è stato denunciato, si precipita a pagare la merce indebitamente sottratta. Unica condizione: rimanere anonimo.
DENUNCIATO PER DIFFAMAZIONE PER UN’EMAIL.
Peccato che l’anonimato sia stato bruscamente infranto a inizio dicembre quando Maiorano ha pensato bene di soccorrere un pensionato di 77 anni che aveva rubato una bistecca dal supermercato di Piove di Sacco, in provincia di Padova.
Pagato il conto di 24 euro, il «Santo», invece che un ringraziamento, si è visto recapitare una querela per diffamazione e una richiesta di risarcimento di 2 milioni di euro. Il sindaco del paese teatro del furto non ha infatti gradito la email con la quale Maiorano deprecava l’indifferenza dei servizi sociali verso gli anziani più deboli e ha scelto di citare in giudizio il benefattore.
IL SINDACO IN DIFESA DEI SERVIZI SOCIALI.
In ogni favola che si rispetti, del resto, l’eroe, per essere tale, deve avere un antagonista che ostacoli le sue prodezze.
In quella di Maiorano il ‘cattivo’ si chiama Alessandro Marcolin, sindaco di centrodestra a Piove di Sacco. Il primo cittadino sostiene che l’accusa di non occuparsi in modo corretto dei deboli della propria comunità sia immeritata: «Maiorano, oltre a scrivere ai giornali, ha invitato al sottoscritto un’email offensiva, ignorando due cose: primo che non si tratta di un anziano così indigente da dover rubare per fame e secondo che non vive a Piove, ma in provincia di Venezia. Mi sono consultato con gli assessori e si è deciso di chiedere 2 milioni di risarcimento danni per diffamazione subita».
Somma che, qualora fosse riconosciuta al Comune, sarebbe destinata al potenziamento dei servizi sociali.

La scelta di aiutare gli altri dopo due incontri con Benedetto XVI

L’opera di Maiorano è cominciata circa tre anni fa. La prima cosa che ha fatto è stata aiutare la Chiesa cattolica che lo aveva sostenuto quando la sua famiglia aveva subito un caso di stalking.
Dopo due incontri con Benedetto XVI, il «Santo» ha deciso di fare qualcosa per la collettività, in segno di riconoscenza per il bene ricevuto dalla Chiesa. E così ha concentrato la sua attenzione su una fascia, quella degli anziani indigenti, a lui molto cara.
«Vengo da una famiglia certo non agiata», ricorda Maiorano a Lettera43.it, «i miei genitori hanno conosciuto la fame. Ora che posso, cerco di aiutare gli altri. Non voglio farmi conoscere, ma solo far presente che lo Stato dovrebbe occuparsi delle situazioni più critiche».
Anche perché i vecchietti che rubano un po’ di cibo, che male fanno? «Hanno fame e per questo sono costretti all’umiliazione di rubare. Al supermercato l’anziano prende una scatoletta di tonno, una confezione di wurstel o al massimo una bistecca. Lo fa con discrezione, quasi con gentilezza. Non è il ladro professionista che ruba solo le merci più costose».
CONTRO QUERELA PER CALUNNIA. Per difendersi dalla denuncia del sindaco di Piove di Sacco, Maiorano ha dovuto usare le stesse armi e rispondere con una querela per calunnia.
«Nell’email che ho inviato a Marcolin non è riportata alcuna offesa personale: la mia lettera era solo un incitamento affinché, indipendentemente dal Comune di residenza dell’anziano, le istituzioni del Comune si attivassero in soccorso di un debole». E come risarcimento, il «Santo» ha chiesto 4 milioni di euro. Che ha promesso di devolvere alla Chiesa.
«Al di là di tutte le grane legali», commenta Maiorano, «la cosa che mi fa più rabbia è sentirmi come Zorro a cui hanno strappato la maschera. Adesso ho soggezione ad aiutare gli anziani in difficoltà: non mi piace essere riconosciuto come un benefattore. Preferisco agire nell’ombra e non conoscere le persone che ricevono il mio piccolo contributo anche perché infliggerei loro una seconda umiliazione».
BENEFETTORE SOTTO L’OCCHIO DEI MEDIA. Con l’attenzione dei media addosso, c’è da chiedersi infatti se il «Santo» di Prato ha intenzione di continuare a intervenire in difesa dei nonni costretti a rubare nei supermarket.
«Ho chiesto consiglio su questo punto a un amico sacerdote e la sua risposta è stata: ‘Se fai del bene, nessuno se ne accorge, ma tu continua a farlo lo stesso. E se qualcuno se ne accorge, porta pazienza’. La mia paura è di passare per megalomane o esibizionista, ma credo proprio che metterò da parte ogni timore e seguirò il saggio parere del mio amico prete».
Sabato, 24 Dicembre 2011

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