Prato: sgomberata una profuga anziana Rom. Appello all'Ue per fermare la persecuzione e risarcire le vittime

Rom. Sgomberata una profuga anziana a Prato. Appello all’Ue per fermare la persecuzione e risarcire le vittime


Firenze, 14 maggio 2011. Proseguono gli sgomberi di famiglie Rom in tutta Italia. A Roma l’evacuazione dell’acquedotto della Magliana, avvenuto la mattina del 9 maggio, senza alternative di accoglienza, ha messo in emergenza umanitaria alcuni nuclei familiari. A Milano le operazioni contro l’insediiamento di piazza Lugano hanno costretto cinque famiglie Rom romene a un esodo drammatico, trattandosi di persone in povertà estrema e in condizioni di salute precarie. Ieri, 13 aprile, è toccato a una famiglia Rom di Prato. “E’ un caso davvero straziante,” commentano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, “perché si tratta di un nucleo familiare bisognoso di attenzioni umanitarie, un nucleo già conosciuto alle istituzioni internazionali e alle organizzazioni umanitarie locali, specie Opera Nomadi Toscana, che segue da vicino questa famiglia già colpita da tante sofferenze. La donna più anziana, Duja  Ahmetovic, 65 anni, è profuga dalla Bosnia, perseguitata e sfuggita ai bombardamenti degli anni ’90. Ha perso durante quei terribili conflitti parenti e amici, fra i quali numerosi bambini. E’ malata e necessita di assistenza sia per la sua salute precaria che per l’età avanzata. I Rom in Italia hanno una vita media di 40 anni e Duja, a causa della vita difficile e delle condizioni di povertà in cui versa, è fisicamente assai più anziana rispetto all’età anagrafica”. Il Gruppo EveryOne ha scritto una lettera alle istituzioni italiane e internazionali, illustrando nei dettagli la tragedia che ogni sgombero comporta e chiedendo che si decreti l’interruzione di questa barbarie verso le famiglie più vulnerabili: “Gli sgomberi sono azioni disumane, già condannate dall’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, dalla Commissione europea e dal Consiglio del’Ue,” scrive EveryOne. “Oltre 200 mila esseri umani, più della metà bambini, sono stati colpiti dal 2007 a oggi da questa forma moderna di pulizia etnica, anche in pieno inverno, anche quando le persone evacuate erano sofferenti di tumori maligni e gravi cardiopatie, anche quando le donne erano incinte o portavano in braccio bimbi di pochi giorni. In seguito agli sgomberi, numerosi bambini e malati sono morti, mentre di altri si sono perse le tracce. Di fatto, se i Rom in Italia erano 180 mila nel 2007, oggi ne restano meno di 40 mila e sono i numeri di un’espulsione di massa che si è posta contro tutte le leggi che tutelano i popoli. Purtroppo in Italia i Rom vengono perseguitati tanto dalle amministrazioni di centro-destra che da quelle di centro sinistra e i politici fanno regolarmente campagna elettorale promettendo di sgomberare e cacciare dalle città le famiglie Rom e Sinte. Chiediamo alle autorità dello Stato italiano che ancora non si sono lasciate travolgere dalla deriva intollerante, e soprattutto al Presidente della Camera Gianfranco Fini, di istituire una commissione per valutare le conseguenze degli sgomberi e porre fine ad essi con strumenti giuridici moderni ed efficaci, in linea con le leggi dell’Ue e gli accordi sottoscritti con le Nazioni Unite. Contemporaneamente, chiediamo al Commissario europeo per i Diritti Umani Thomas Hammarberg, cui abbiamo chiesto ripetutamente di venire a verificare la persecuzione dei Rom in Italia e che finalmente è in procinto di visitare gli ultimi insediamenti Rom a Milano e Roma, di attivare azioni con valore giuridico per impedire che questa spietata repressione di esseri umani socialmente esclusi e perseguitati prosegua nell’indifferenza. E’ vitale interromperla e raccogliere da parte dei Rom stessi testimonianze relative al gravissimo pregiudizio che gli sgomberi e la repressione hanno recato al  loro popolo, quantificando il numero delle vittime e la conseguenza socio-sanitaria sofferta dagli individui sgomberati, in vista delle dovute scuse, dei dovuti risarcimenti e soprattutto della fine di una persecuzione etnica che è durata già troppo”.

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