LIBERIAMO EVA POLLAK! TSO E RICOVERI GIUDIZIARI PSICHIATRICI=GIUSTIZIA CRIMINALE

 
LIBERIAMO EVA POLLAK!
TSO E RICOVERI GIUDIZIARI PSICHIATRICI=GIUSTIZIA CRIMINALE
di Pietro Palau Giovannetti (Presidente Avvocati senza Frontiere)
 
Ho avuto modo di conoscere personalmente la Dr.ssa Eva Pollak qualche mese fa Roma, insieme alla Sen. Francesca Scopelliti, moglie di Enzo Tortora, in occasione del 1° Convegno Nazionale sulla malagiustizia vissuta dai cittadini, promosso da un Comitato Spontaneo, patrocinato dalla Camera di Giustizia di Napoli, Camera di Giustizia Europea, Fondazione Internazionale per la Giustizia Enzo Tortora e Avvocati senza Frontiere.
Eva, oltre ad essere tra i promotori del Comitato Spontaneo di cittadini era tra i relatori, e posso dire che ha dimostrato grande lucidità e competenza nell’illustrare il suo grave caso, denunciando le sue difficoltà nei confronti dei magistrati di Pistoia che, a scopo ritorsivo, per metterla a tacere, l’hanno dichiarata totalmente incapace di intendere e volere.
Ma la furia della nuova inquisizione giudiziaria è andata ben oltre, assumendo che Eva sarebbe anche pericolosa alla società e delirante, ordinando il suo ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario (OPG) e l’immediato trattamento sanitario obbligatorio (TSO) in base ad una perizia psichiatrica disposta, senza effettuare alcuna visita, dal Giudice di Pace di Pistoia, avv. Chiara Guazzelli.  
L’allarmante caso della Dr.ssa Eva Pollak, laureatasi a Firenze, che ci riporta ai tempi più bui del medio-evo e alle prassi dei regimi totalitari dell’Est nei confronti di dissidenti e intellettuali, non nasce da una sofferenza psichica o da atti anomali e sconsiderati, salvo non considerare “socialmente pericoloso” denunciare la corruzione giudiziaria… 
Nasce, bensì, da un banale processo per il preteso reato di diffamazione asseritamente commesso in danno di un dottore commercialista, più volte arrestato, e di un giudice tributario, oltre che del loro difensore, denunciati dalla Dr.ssa Pollak. 
L’insofferenza alle ripetute denunce di una persona perfettamente sana di mente ha così portato le istituzioni malate e incapaci di curarsi (loro si!) a sbarazzarsene, attraverso  uno strumentale ricovero coattivo in un OPG, noti lager, dove spesso si impazzisce veramente e si muore, come il povero Francesco Mastrogiovanni e tanti altri casi da noi denunciati.
Che si tratti dell’ennesimo abuso giudiziario, aggravato dalla violenza istituzionale della carcerazione e della psichiatrizzazione, oltre che da quanto personalmente denunciato dalla vittima di tali disumani e persecutori trattamenti, lo testimoniano le stesse fasi da cui è scandita l’allucinante odissea della Dr.ssa Eva Pollak.   
Nel 2009, il Questore di Pistoia emise arbitrariamente un «foglio di via», ritenendo Eva responsabile di una serie di reati ideologici, a carico di magistrati di Pistoia, per i quali non risultava neppure iscritta nel Registro degli indagati o le relative denunce erano state archiviate dalla Procura di Genova per manifesta infondatezza delle notizie di reato.
La manovra del Questore, come denuncia la stessa Eva, sarebbe servita ad impedirle di accedere agli uffici giudiziari pistoiesi e di consentirle di continuare a difendersi nei molteplici processi pendenti avanti il locale tribunale.
In data 23.9.10, Eva è arrestata dai Carabinieri di Pistoia che l’accusano di non avere autorizzazione per accedere a Pistoia e partecipare all’udienza. L’illegale arresto viene confermato anche se Eva ne era in possesso (P.M. Dell’Anno – GIP Zanobini).
Non paghi di ciò, secondo una tecnica diffusa nei confronti dei dissidenti, Eva viene anche accusata falsamente di aver usato violenza in danno dei carabinieri, mentre fu solo lei a subirla, come dimostra il certificato medico che riporta varie contusioni.
Il mio ricovero denuncia Eva serve anche allo Stato Italiano che così non dovrà spiegare alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo il perché delle reiterate violazioni dei suoi diritti fondamentali.
Il metodo usato nei miei confronti, prosegue Eva, ricalca esattamente quello dei nazisti, conosciuto come programma «Aktion T4», studiato per sterminare le persone scomode. “Sono una madre di famiglia. Nel mio paese d’origine ero agente della guardia di finanza. Nei 20 anni di “pazzia” che mi è stata attribuita, mi sono laureata in economia e commercio a Firenze, ho completato corsi professionali di prestigio, ho lavorato presso una società multinazionale, e fino al 2008, ero scrutatrice nei seggi elettorali.
Ora la mia famiglia è stata ridotta alla fame, privata di lavoro, casa e di qualsiasi mezzo di sopravvivenza e oltre tutto mi sono state pure tolte la mia stessa dignità e libertà.
Lascio un figlio completamente da solo, con gravi problemi di salute il quale, nella mia assenza, sarà sfrattato dall’amministrazione comunale da me reiteratamente denunciata. Sono venuta in Italia 32 anni fa, seguendo mio marito italiano, ma non avrei mai creduto che potessi venire defraudata di tutto, senza trovare alcuna tutela da parte della magistratura a cui mi ero fiduciosamente affidata per la tutela dei miei più elementari diritti, venendo invece perseguita e trattata senza alcuna umanità.
Il Giudice di Pace di Pistoia, ha creato un precedente giudiziario terribile: ogni persona accusata del reato di diffamazione può finire in OPG dove finiscono i peggiori delinquenti, basta che il giudice la consideri pericolosa e colpita di patologia mentale,”.
Chi avrà la pazienza, conclude nel toccante appello, di leggere la sua storia è pregato di diffonderla sui blog e in Rete perché solo così potremo indurre i poteri corrotti che ci governano all’autoriforma.
“Ringrazio pubblicamente a TUTTI quelli che mi hanno appoggiata e sostenuta in questo momento molto particolare. I magistrati hanno in mano una perizia che mi considera pericolosa anche per me stessa che giustificherebbe qualsiasi omicidio che potrebbe essere mascherato e fatto passare per “suicidio”. Dichiaro PUBBLICAMENTE che NON ho alcuna intenzione di SUICIDARMI né di ora né nel futuro”.
Il dramma di Eva si sta consumando nel totale silenzio dei media e delle Istituzioni a cui da anni sono state rivolti ripetuti appelli e denunce (tra cui la Commissione di Giustizia della Camera e del Senato).
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