MOBBING E MALAGIUSTIZIA

MOBBING E MALAGIUSTIZIA

Pubblichiamo il caso eclatante di Gianni Favro, un insegnante di musica mobbizzato dalla scuola e calpestato dalla magistratura. Egizio Trombetta che ha realizzato il servizio tiene a sottolineare che le sue interviste sul mobbing non hanno la pretesa di essere delle vere e proprie inchieste. Si tratta per intero ogni vicenda per tentare di individuare le cause che hanno successivamente scatenato le aggressioni subite dagli intervistati.

SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO (27 gennaio 2010)

Intevistatore: Gianni, quando nasce la sua storia?

Gianni: “Inizia quattro anni fa quando cercai di studiare e aggiornarmi professionalmente. Io sono un insegnante di scuola media, insegno clarinetto. Da quel momento nasce il mio calvario, invece di essere tutelato dalla scuola per cui lavoro e dall’università dove vado a studiare, mi sono visto ostacolare in un modo che non avevo previsto. Ho avuto grandi difficoltà ad ottenere da parte della scuola le agevolazioni che mi spettavano, le centocinquanta ore. Grandi difficoltà le ho avute anche da parte del conservatorio dove stavo conseguendo altre Lauree. Sono arrivato quasi alla quinta Laurea.

”Centocinquanta ore? Di cosa stiamo parlando?

“Sono un diritto del lavoratore ad usufruire di centocinquanta ore durante l’anno scolastico per poter studiare ed aggiornarsi. Si in tratta in sostanza di permessi, ore retribuite. E’ dunque lo Stato che garantisce la formazione. Queste normative, nel nostro caso, sono garantite da Contratto Collettivo Nazionale e dal Contratto Collettivo Regionale Integrativo.

Quindi ha subito pressioni orientate a non farle prendere questi permessi straordinari

“A tal proposito è stata una denuncia pubblica da parte della Cigl di Pordenone dove si legge: pressing psicologico per evitare le assenze dei docenti attivato dai dirigenti o dai direttori amministrativi per evitare il problema delle sostituzioni. In pratica si vogliono risparmiare dei soldi sulla pelle degli insegnanti che vogliono aggiornarsi. I dipendenti pubblici che hanno intenzione di aggiornarsi stanno subendo delle vessazioni ”

Che tipo di comportamenti ha subito da parte dei suoi superiori e da parte dei suoi colleghi?

“Ho ricevuto pressioni di tipo psicologico. Le pressioni si sentono nell’aria, ma ho subito anche delle negazioni vere e proprie ad ottenere i permessi dal punto di vista burocratico. Da parte dei colleghi non posso dire che c’è stata neutralità. Il mobbizzato viene sempre lasciato solo, separato dagli altri colleghi”.

”E quindi?

“E quindi nessuno ti aiuta” Mi faccia un esempio “Lo scenario è questo, io vado a scuola e trovo degli insegnanti che nei corridoi non ti salutano,  ti evitano, anche se vuoi parlare loro di problemi didattici. Parlare col mobbizzato vuol dire esporsi, correre dei rischi, compromettersi”

Non la invitano nemmeno a prendere il caffè?

“Assolutamente no. Avevo dei grandi amici all’interno della scuola, queste amicizie sono andate perse”

Cosa intende lei per amicizia?

“Voleva dire che prima che iniziassi a studiare, più di quattro anni fa, andavamo a mangiare una pizza insieme, si collaborava nei vari progetti per la scuola e oggi mi ritrovo assolutamente isolato”

Quindi adesso va a mangiare la pizza da solo?

“Adesso sicuramente non frequento queste persone, ma non per mio volere”

Lei ha subito più mobbing verticale, da parte dei suoi superiori, o più mobbing orizzontale?

“Il mio mobbing è soprattutto verticale, in quanto sono stato licenziato  con dei pretesti inventati. Subii uno shock da licenziamento.  Trascorsi quattro giorni dal mio licenziamento ricevo una missiva che mi notifica la condanna a quattro mesi e quindici giorni di reclusione, senza processo, per danno all’erario. Secondo un dirigente io non avrei giustificato le mie assenze”

La motivazioni del licenziamento sono state dunque le assenze?

“ Le motivazioni del licenziamento sono complesse. Ci sono sei assenze considerate ingiustificate che non c’entrano con le centocinquanta ore, sono permessi di studio che avevo chiesto per sostenere esami di stato. Noi insegnanti abbiamo otto giorni all’anno di permesso per sostenere esami riconosciuti dallo Stato. Io mi sono presentato a questi esami e stranamente all’Università non mi hanno consentito di sostenerli. Quando mi sono presentato  a scuola ho giustificato le assenze come gravi problemi personali. Il preside della scuola non ha tenuto conto di queste giustificazioni e ho subito una contestazione di addebiti”

Quando è stato licenziato?

“Il 4 giugno del 2010 ho ricevuto una lettera di licenziamento”

Immagino che avrà già fatto  vertenza?

 “Ho fatto un ricorso d’urgenza prima di fare la vertenza vera e propria. Ho chiesto di tornare a lavorare prima di andare in causa in quanto il mio licenziamento è illegittimo. Ho avuto delle difficoltà. L’altro giorno ho avuto udienza dal consiglio del tribunale perché ho fatto ricorso su quanto il giudice aveva emesso in sentenza”

Ci può parlare delle cause fisiche provocate da questo periodo di stress?

“La pressione psicologica che inizia già con le prime remissioni ad attenere i permessi, credetemi è veramente dura. Dopo una prima fase si comincia ad andare dal medico per chiedere dei sonniferi, dei tranquillanti, ma anche supporto tecnico, quindi da uno psicologo o da uno psichiatra per poterti sostenere in questa situazione. Sono stato monitorato dal centro del sonno perché non riuscivo più a dormire. E’ un danno fisiologico veramente grave”.

Lei ha delle carte da mostrarmi mi sembra di capire…

“Io ho qui una mia richiesta per iscrivermi ad un corso abilitante dove il ministero mi scrive: caro professor Favro, non risulterebbero sussistere i requisiti previsti dalla normativa e per partecipare al corso abilitante”

Senta professor Favro, ma qualcuno le ha mai fatto capire che se non si fosse aggiornato avrebbe messo a repentaglio la sua stabilità lavorativa?

“Assolutamente no. Questa mia volontà di autoaggiornamento è data sicuramente dal fatto di essere musicista. Il musicista studia costantemente con lo strumento. Sarà anche una questione innata perché sono arrivato alla mia quinta Laurea. Questa mia motivazione  è stata riconosciuta intanto dalla avvocatura di stato, ma è stata anche data dagli auspici del Ministro Brunetta ”

Ma nel 2006 Brunetta non c’era ancora… “Non c’era Brunetta ma essendoci delle possibilità si cerca di sfruttarle. Fa parte dell’individuo migliorarsi ”

Quindi l’ostacolo maggiore l’ha incontrato a livello economico, per i costi che l’istituto si trovava a fronteggiare a seguito dei permessi che lei intendeva prendere. Non fu preso di mira personalmente per qualche motivo legato alla sua persona.

“Si questo è vero. Nel mio piccolo posso dire di essere stato un buon insegnante, di aver portato tanti allievi ai concorsi, la mia attività è stata certamente apprezzata anche dai genitori. Le vincite dei concorsi da parte dei miei allievi ne sono le prove. Sono diventato un insegnante scomodo perché mi sono opposto a queste negazioni”

Ma non le mai venuto mai in mente di aver tirato un po’ troppo la corda?

“Mah, se avessi preso tutte le centocinquanta ore ogni anno e avessi speculato  posso capire. Ma io ne ho prese la metà oppure ho chiesto l’adeguamento dell’orario di servizio”

Lei ha mai cercato un confronto diretto col suo dirigente? “Credo di avergli mandato un centinaio di lettere…”

In generale, le vessazioni al corpo insegnati, sono frequenti?

“L’Istat tempo fa ha fornito dei dati impressionanti per quanto in Italia sia grave questo problema. Le posso mostrare il Contratto  degli insegnanti del 2006, all’articolo 98, dice che proprio per ostacolare il Mobbing avrebbe dovuto esserci l’istituzione di un comitato paritetico sul Mobbing e uno sportello di ascolto direttamente nelle scuole. Siccome il Contratto Collettivo è legge e questi comitati paritetici non sono stati ancora organizzati, significa che le attività scolastiche sono fuori legge. Serve una figura di mediazione fra docente e dirigente. Se non vengono attivati questi comitati anti-mobbing ci sarà sempre questo grosso problema. Un plauso alla Lombardia che ha istituito un giudice di pace fra docenti e dirigenti. C’è la denuncia su La Repubblica del segretario nazionale della Gilda, un altro sindacato, secondo cui le scuole in Italia sono diventate come caserme. Chi non ubbidisce, chi cerca di far valere le proprie ragioni e i propri diritti, viene anche vessato”

Guardi la voglio tranquillizzare… non è così solo nelle scuole. “Certo ma abbiamo l’articolo 2087 del Codice Civile che parla della salute e della personalità morale del dipendente. Quindi il datore di lavoro è dovuto a salvaguardare la salute e la personalità morale del dipendente. Questo è assolutamente mancato nel mio caso e manca in tutti i casi dove si verifica una situazione di Mobbing”

Nel dicembre 2010 c’è stata una sentenza importante “La Corte di Cassazione nella sentenza numero 44083 depositata il 21 dicembre 2010 dichiara espressamente: il comportamento vessatorio continuato in pregiudizio di un lavoratore non costituisce ne maltrattamenti ne Mobbing, ma violenza privata continuata aggravata.  Quindi questa è una sentenza che apre molte porte, che apre molte possibilità di difesa per il lavoratore. Adesso, mancando una legge sul Mobbing a differenza della Francia, ad esempio, c’è però questa sentenza che però è una pietra miliare i cui giudici non possono ignorare”

Ecco ma l’aggredito come se ne può avvalere?

“Il lavoratore, appena viene aggredito si rivolga ad un avvocato e faccia valere le sue ragioni attraverso il suo avvocato prima di arrivare alle denuncie. Non esitare a denunciare il tutto alle autorità preposte”

Ma l’aggredito per far valere i suoi diritti, che tipo di contratto deve avere? “Deve armarsi di pazienza…”No no, intendo che contratto di lavoro deve avere “A tempo indeterminato”

E tutti quelli che hanno contratti a progetto non possono fare nulla “Ah no, non sono informato, non so se per i precari esiste la stessa tutela”  

Fra le sue carte ho notato l’immagine di Sakineh. Mi spiega?

“Si tratta di un messaggio che io sto inviando . Sono stato a Roma per dodici giorni a protestare nei vari ministeri per chiedere giustizia  e di chiedere di risolvere la mia problematica. Andando in giro per i vari palazzi di Roma non ho potuto non notare affissa per i muri della capitale l’immagine di Sakineh. Per lei si sono mobilitate tutte le istituzioni. Per Gianni Favro, insegnante, perseguitato da quattro anni dalle istituzioni pubbliche dello Stato Italiano, definito democratico e civile, è ora considerato un fuori legge. Per Gianni Favro non si è mobilitato nessuno o quasi”

Mi perdono Favro, a me risulta che Sakineh stia rischiando la vita… “Io credo di aver pensato almeno cento volte al suicidio, almeno nei momenti gravi”

Come viene considerato un mobbizzato dagli amici e dai colleghi?

“Ma non solo dagli amici e dai colleghi, anche dai familiari. Viene considerato come una persona che si è fissata nei suoi diritti. Allora, intanto, non si capisce la problematica. In questo periodo ho perso tanti amici e non solo quelli di scuola. Ci si ritrova spesso ad essere incompresi. Ho perso anche la morosa, le ragazze mi stanno lontano perché capiscono che io sono in tensione, ma forse avranno anche paura della mia problematica. Con i miei amici ci si rivede davanti ad un bicchiere di vino, sono incuriositi dalla mia vicenda , ma niente possono fare. Non c’è un amico che si sia interessato veramente della mia problematica, tanto meno i miei familiari che secondo loro bisognerebbe lasciar perdere. Ma arrivati a questo punto non si può”

Senta ma i quattro mesi di reclusione li ha mai scontati?

“C’è un procedimento penale in corso, sto difendendomi in tribunale anche senza l’avvocato perché gli avvocati non stanno facendo niente per me. Gli avvocati in udienza scappano, non mi danno la possibilità di difendermi. C’è una grave debolezza degli avvocati verso le amministrazioni pubbliche. Il dipendente pubblico non viene tutelato in tribunale, dagli avvocati, ma anche dai magistrati”

Prima di iniziare l’intervista mi ha mostrato il Kit del mobbizzato. Me ne parla brevemente? Può riassumerci in cosa consiste questo Kit? “Il mio è un Kit del mobbizzato manifestante. E’ composto da megafono, le bandiere italiane, e tutta una serie di cartelloni con su scritto frasi come “Gli avvocati difendono i criminali ma non i docenti dagli abusi della scuola,  Docente in autoaggiornamento condannato illecitamente a quattro mesi di reclusione con falsità e senza processo”.

di Egizio Trombetta

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