Emissione di certificati di omologazione falsi da parte delle Motorizzazioni Civili italiane

Il caso dell’autotrasportatore Carlo Massone truffato dalla Motorizzazione e dalla magistratura.

 

 

Nel 1989, il sig. Carlo Massone, autotrasportatore, residente in Castelletto d’Orba (Alessandria), persona onesta, da noi ben conosciuta, acquistò un camion usato tipo Fiat 170/35 B, pagandolo oltre 100 milioni e subendo una truffa che ne ha distrutto l’esistenza, tutt’oggi rimasta impunita per le complicità della magistratura alessandrina. Come da attestazione rilasciata dal concessionario Iveco di Ovada (Alessandria), il mezzo in questione risultava regolarmente collaudato in tutte le sue parti, completo di attestazioni rilasciate dalla motorizzazione e dall’Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e pertanto pronto per essere utilizzato su strada. Senonché il Sig. Carlo Massone, prima di utilizzare il mezzo in questione, richiese ed ottenne dalla motorizzazione e dalla USL di Alessandria una verifica preventiva straordinaria che, in seguito, diede esito negativo, e cioè si rivelò che il mezzo presentava una serie di anomalie tecniche e strumentali tali da renderlo inutilizzabile, in totale contrasto con le norme di prevenzione e di sicurezza sul lavoro. A seguito di ciò, il signor Carlo Massone non solo fu costretto a rinunciare al camion appena acquistato, ma venne altresì indagato – gli fu attribuita la responsabilità di averlo manomesso e modificato – e successivamente assolto, avendo dimostrato di non aver mai impiegato il mezzo per alcun lavoro e di non averlo mai ritirato dalla concessionaria se non il giorno prefissato per la revisione straordinaria. Dai documenti in possesso del signor Massone risulterebbe che la data di emissione della fattura quietanzata rilasciata dalla ditta Iveco Plura S.p.A. – 7 settembre 1989 – è in netta e curiosa contraddizione con quella citata nella notifica rilasciata (a richiesta del signor Massone, proprietario del mezzo) dal Compartimento della Polizia stradale, sezione di Alessandria, secondo cui «Visti gli atti d’ufficio si dichiara che la carta di circolazione relativa all’autocarro targato AL 359341 è gravata dal decreto di sequestro n. 616/88/A emesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo il 14 marzo 1988 e che in ordine alla stessa sono in corso ricerche da parte di questo ufficio al fine di rintracciarla e sequestrarla» (Alessandria, 3 maggio 1990, n. 326, rep. 240 PG). Successivamente, il medesimo Compartimento della Polizia stradale, sezione di Alessandria, rispondeva alla Procura della Repubblica presso la Pretura circondariale di Alessandria – in ordine alla denuncia sporta dal signor Massone – «Fa seguito alla denuncia sporta da Massone Carlo, in atti generalizzato, trasmessa con nota prot. n. del 4 maggio 1990 in ordine alla quale si sciolgono parte delle riserve espresse. Si comunica che negli elenchi forniti dalla motorizzazione civile e dei trasporti in concessione di Cuneo, relativi ai collaudi effettuati negli anni 1989-1990 presso la ditta Delia, non c’è traccia di quello afferente al certificato di approvazione rilasciato per l’autocarro targato AL 359341» (Alessandria, 16 giugno 1990, n. 600, rep. 240 PG).

Tali vicissitudini consumate nell’assoluta impunità di coloro che hanno richiesto e rilasciato i certificati falsi hanno prodotto ripercussioni gravissime alle attività economiche della ditta del signor Carlo Massone, al punto da indurlo – pur di non rimanere senza lavoro e con un mezzo sequestrato ed improduttivo – ad acquistarne altri, con una spesa di ulteriori lire 100 milioni e con il medesimo triste e scandaloso risultato di vedersi bloccare il mezzo.

Ad oggi il signor Carlo Massone, pur avendo sporto una serie di denunce contro i fautori delle reiterate truffe e interpellato parlamentari e Ministri nonché interessato anche la Procura della Repubblica di Genova poiché nessuna risposta o indennizzo sono pervenuti dalle autorità di Alessandria e comunque da tutte quelle interessate nella vicenda, è ancora in attesa che si faccia chiarezza e che la sua pratica approdi a giusta conclusione.

Da oltre 20 anni il Sig. Carlo Massone sta combattendo una battaglia di sensibilizzazione volta a far emergere la verità sul suo personale caso e su fatti di analoga gravità che metterebbero in discussione l’intero apparato preposto alla certificazione di idoneità ad operare dei mezzi industriali coinvolgendo ingegneri e pubblici ufficiali funzionari dello Stato.

Fatti su cui molti ricorderanno aveva anche indagato l’ex P.M. Antonio Di Pietro ai tempi di mani pulite, portando all’arresto di molti funzionari dell’Ispettorato della Motorizzazione civile di Milano.

Ma poi tutto è tornato come e peggio di prima con il beneplacito della magistratura milanese, peraltro competente ex art. 11 c.p.p. ad indagare sui reati dei magistrati del Piemonte.

Anche le varie interpellanze dei senatori Bornacin e Martinat, Davide Gariglio e Mario Borghezio sono rimaste tutte senza risposta, seppure venisse sollevato un fenomeno di notevole allarme sociale e gravità che avrebbe dovuto indurre il Governo italiano a fare chiarezza su di una vicenda così delicata e sconcertante, sollecitando il riesame della pratica e verificando, secondo quanto denunciato, la regolarità delle attestazioni rilasciate dalle autorità competenti in ordine ai collaudi di omologazione dei veicoli industriali al fine di definire responsabilità ed eventuali comportamenti omissivi e collusivi da parte di pubblici funzionari e giudicanti.

In molti altri casi, comunque, dopo l’acquisto presso concessionarie e rivenditori, gli autocarri con gru e piattaforma aerea sono risultati tutti con documenti di revisione e collaudo falsi rilasciate dalle Motorizzazioni civili e dall’Ispesel, come rilevato nelle varie interpellanze di cui sopra.

Al di là delle ripercussioni della vicenda in ambito giudiziario, da questa esperienza risulta l’esistenza di gravi irregolarità nelle operazioni di collaudo. Questo è solo il caso più eclatante, ad onta delle forti perdite economiche subite dopo queste tristi esperienze che hanno addirittura portato il signor Massone a minacciare il suicidio su diversi organi di stampa.

E’ chiaro che se le esperienze del signor Massone si verificassero in tutto il territorio italiano ci troveremmo di fronte ad un problema grave che non metterebbe in discussione soltanto la stabilità economica delle aziende operanti nel settore dei trasporti, ma anche la sicurezza di tutti i mezzi che circolano sulle strade italiane, con le conseguenze che ne deriverebbero.

Non si capisce quindi perchè il Governo italiano e in particolare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non abbiano ancora ritenuto opportuno effettuare delle efficaci indagini presso gli Uffici provinciali del Dipartimento dei Trasporti terrestri al fine di verificare lo svolgimento a norma di legge delle trasformazioni dei veicoli e dei relativi collaudi e la veridicità di conformità delle carte di circolazione rilasciate, per salvaguardare la sicurezza stradale ed evitare che si ripetano esperienze come quella del signor Massone.

E’ quindi lecito domandarsi che cosa intenda fare il Governo per garantire che, in materia di collaudi ed omologazioni di veicoli industriali, venga rispettato scrupolosamente il dettato legislativo e si eviti pertanto che pubblici funzionari rilascino certificati di omologazione e di collaudo su veicoli industriali sulla base di documenti di conformità rilasciati dagli allestitori senza effettuare verifiche tecniche rigorose sui mezzi, come prevede la normativa vigente.

http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=238&resoconto=bt55&param=bt55

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