A Niguarda è ancora racket degli alloggi

 

«Ho pagato 3 mila euro a un italiano»
L’arresto della «signora Gabetti» non ha fermato le occupazioni abusive controllate dalla malavita
«Io, costretta a pagare per un alloggio nel quartiere ripulito dal racket» (11 maggio 2010)
Racket case popolari, arrestate la «signora Gabetti» e la figlia (11 novembre 2010)

MILANO – Di nuovo un’occupazione abusiva. E chi è entrato nell’alloggio vuoto del Comune, in via Asturie, ha pagato il pizzo di 3.000 euro ad un italiano. Nello stesso quartiere di Niguarda, nel regno di Giovanna Pesco, alias «signora Gabetti», già arrestata lo scorso novembre, perché ritenuta la regina della gestione degli alloggi popolari. Ma, evidententemente, non era l’unica a tenere in piedi il racket.

L’ULTIMO CASO – L’altra notte, infatti, gli agenti della polizia locale, insieme ad ispettori Aler, hanno pizzicato un egiziano di 37 anni, che abusivamente era entrato in una abitazione. L’uomo ha dichiarato di aver pagato per la disponibilità dell’alloggio, 3.000 euro a un italiano. Non solo: insieme con un altro, ogni fine mese pagava una sorta di affitto. L’extracomunitario è stato denunciato per occupazione abusiva dietro compenso. Mentre l’alloggio è stato messo in sicurezza e «blindato».

UN QUARTIERE DIFFICILE – Proprio a Niguarda, nel quartiere dei blitz continui delle forze dell’ordine. Tra degrado e papponi. Cocaina e manette. Dove meno di un mese fa sei colpi di pistola sono stati esplosi contro la latteria di un pregiudicato, in via Padre Luigi Monti. E c’è chi dice che siano stati due rom in sella a un motorino. Li hanno visti. Sparavano con due pistole. Si dice anche «per fatti di droga». E, nei giorni a seguire, una rissa dietro l’altra. Sempre rom che se le danno tra di loro. Proprio nella via dello scandalo del racket degli alloggi. Dove nel giro di pochi mesi sono piovute denunce, inchieste e arresti. E il quartiere aveva tirato un sospiro di sollievo. Ma è durato poco. L’altra sera l’ennesimo sgarro alle istituzioni.

40 ANNI DI ABUSI – «Stavolta ­ ­­- sottolinea il vicesindaco Riccardo De Corato – i residenti del quartiere hanno collaborato, segnalando uno strano via vai di egiziani in quei locali. Così siamo riusciti ad interventire. Le dichiarazioni dell’egiziano sono ora al vaglio della magistratura che dovrà indagare sulla presenza di soggetti legati al racket delle case abusive nel quartiere». Gli inquilini però fanno ancora l’elenco di chi ha occupato illegalmente: una ventina di rom, molti parenti delle famiglie storiche malavitose, un egiziano, due pregiudicati. «Il problema è a monte – spiegano i detective del commissariato Greco-Turro. Negli anni ’70 e ’80 gli alloggi popolari furono occupati per necessità da meridionali che non hanno mai pagato l’affitto. Nella via Cirié i campani e i pugliesi, in via Padre Luigi Monti i siciliani e nei viali Fulvio Testi e Sarca, i calabresi. Il Comune non era attrezzato per fronteggiare l’abusivismo e quindi fece una sanatoria. Così molti pagarono le spese, ma non gli affitti. Quindi il Comune si rivolse a società private per recuperare gli alloggi. Il resto è storia d’oggi: quando ci dicono che dobbiamo sgomberare un alloggio, noi lo facciamo. Quello che segue, però, spetta alle istituzioni».

Michele Focarete

da corriere.it

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