ALER: LE MANI DELLA 'NDRANGHETA SULLE CASE POPOLARI

IL CASO. Gestione Aler e ‘ndrangheta. Pisapia: “Sono preoccupato”.
La figlia del boss Costantino è stata assunta dopo l’intervento dell’ex assessore Zambetti
e ha anche avuto una casa in affitto. L’ente sta collaborando all’indagine della Procura
di ILARIA CARRA
Il Comune vuole vederci chiaro sull’Aler e sulla gestione dell’edilizia popolare a rischio di infiltrazioni mafiose. È lo stesso Pisapia a esprimere preoccupazione: «Dove c’è la presenza della mafia è normale che il sindaco si preoccupi e se ne occupi», ha detto. E ancora: «Sono preoccupato nell’insieme per la gestione di Aler: si erano avuti dei segnali e abbiamo fatto i nostri interventi». Anche perché l’ente regionale gestisce non solo il suo patrimonio, ma pure quello delle case popolari comunali. E in ballo c’è il rinnovo della convenzione che scade a fine anno: il Consiglio comunale dovrà decidere se proseguire o meno su questa strada o affidarsi ad altri.
Quei quattromila voti comprati dalla ‘ndrangheta.
Dalla consulenza di 100mila euro concessa nel 2010 a Michele Ugliola, indagato per corruzione e grande accusatore dell’ex presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, all’assunzione e all’appartamento dato in affitto a Teresa Costantino, figlia di Eugenio, che secondo la procura è il boss della ‘ndrangheta da cui sarebbero arrivati
i voti per le regionali all’assessore Domenico Zambetti. Le ombre gettate sull’Aler dalle inchieste che stanno scuotendo il Pirellone non lasciano tranquillo Palazzo Marino, e infatti il sindaco ha avuto un colloquio con il consigliere che rappresenta il Comune nel cda dell’ente, Luca Beltrami Gadola (uno dei saggi antimafia del sindaco, tra l’altro).
L’assessore al Demanio, Lucia Castellano, ha già inviato una richiesta ufficiale all’Aler l’ennesima, dice per avere l’elenco di tutti gli alloggi sfitti, e quindi a rischio racket, e per conoscere i dettagli dell’assunzione della figlia di Costantino: «Già la vecchia convenzione in scadenza prevede che si metta in comune il patrimonio comunale con quello di Aler – dice Castellano – Il Comune deve lavorare sull’offerta complessiva di 70mila alloggi a Milano. Ma Aler non ha mai collaborato. Nel momento in cui ci sono queste indagini su situazioni penalmente rilevanti, voglio fare chiarezza sulla politica immobiliare dell’ente». E il rinnovo della convenzione con cui Palazzo Marino ha affidato all’ente la gestione delle sue 40mila case popolari? «Deciderà il Consiglio – risponde – Finora noi abbiamo lavorato per il rinnovo, si valuterà sulla base degli accertamenti in corso».
Anche il Pd chiede chiarezza. «C’è scarsa trasparenza su una miriade di liste di assegnazione minori», denuncia il capogruppo del Pd a Palazzo Marino, Carmela Rozza. Che sottolinea i troppi «casi al di fuori del controllo dell’amministrazione: il personale, le assegnazioni temporanee o fuori graduatoria, i cambi di alloggio. Una serie di assegnazioni fatte con liste gestite tutte da Aler su cui il Comune non ha nessun riscontro». Aler ha promesso al Comune una pronta risposta alle richieste di documentazione e in una nota fa sapere di «essere attivamente impegnata a fornire agli inquirenti tutte le informazioni e la documentazione utili all’indagine».
(17 ottobre 2012)
http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/10/17/news/gestione_aler_e_ndrangheta_pisapia_sono_preoccupato-44674482/
Nota di redazione:
Finalmente forse qualcosa si muove. Denunciamo inascoltatamente da oltre 10 anni il controllo politico-mafioso sulla gestione del patrimonio edilizio pubblico di Aler Milano S.p.A., una vera e propria associazione a delinquere protetta da una gran parte della magistartura milanese, sino alla Suprema Corte di Cassazione.

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