LA MASSOMAFIA DIETRO LA GUERRA TRA PROCURE. INTERVISTA A CLEMENTINA FORLEO

“La Massomafia dietro la guerra tra Procure” parla Clementina Forleo

12 Febbraio 2009

Sono sicuramente un giudice che va contro corrente, per questo ho avallato il titolo del libro di Antonio Massari “Un giudice contro”: contro inteso contro le correnti della Magistratura perché non condivido tante cose che, a mio avviso, hanno portato la Magistratura allo sbando negli ultimi tempi e, quindi, anche ad un bivio”.

Lo ha dichiarato Clementina Forleo in una intervista esclusiva rilasciata a Klaus Davi per il suo programma web Klauscondicio. “Un bivio – ha aggiunto – che si impone di percorrere in un senso o nell’altro per salvare la Magistratura, per salvare i singoli magistrati, le autonomie e l’indipendenza dei singoli magistrati e, quindi, per salvare i diritti dei cittadini. Perché la tutela della magistratura, dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura e del singolo magistrato poi ovviamente ricadono sui diritti dei cittadini, anche dei più inermi.

Quindi, proprio per evitare che la giustizia non generi ingiustizie, è necessario fare autocritica su tante cose che sono successe alla Magistratura, e quindi ai cittadini negli ultimi tempi. Credo che questa necessità di autocritica la stiano avvertendo negli ultimi tempi anche i miei colleghi, i cosiddetti sacerdoti della sacralità togata come li definisce Mattia Feltri, in un articolo che è stato pubblicato sulla Stampa, uno dei pochi giornali ancora liberi, non sicuramente il solo”.

2 – MAI PENSATO DI FONDARE UNA CORRENTE…
“Non ho mai pensato di fondare una mia corrente in Magistratura: sarei stata presuntuosa a pensarlo”. “Ritengo, invece, che questa sia sicuramente una necessità della Magistratura, ovvero creare un gruppo di giudici che la pensano diversamente dal pensiero unico dominante. Credo però che questo compito spetti ad altri magistrati: io sarò libera, ovviamente, di associarmi o meno.

Lo farò se lo riterrò necessario, però non ho questa presunzione. Credo che i magistrati possano compiere questo passo oggi e alcuni lo stanno compiendo: penso per tutti a Felice Lima o Antonio Ingroia, persone libere che potrebbero dare una svolta, che hanno lottato in prima persona”.

3 – CSM VITTIMA DI LOGICHE CLIENTELARI…
“Il problema è cercare di liberare l’organo di autogoverno della magistratura da questa nefasta logica delle correnti. Le parole non sono mie ma sono di quella famosa lettera di Gianfranco Fini, che è stata condivisa praticamente da tutti. Credo che siamo ormai tutti d’accordo, anche lo stesso Antonio Ingroia, che è appunto esponente di spicco di Magistratura Democratica, il quale in un bellissimo articolo de L’Espresso ha detto: “cari giudici, dobbiamo un po’ fare autocritica”.

Le correnti decidono del destino dei magistrati nel bene e nel male, sia in sede disciplinare sia come conferimento di incarichi direttivi e di promozioni. Finiscono per essere appunto dei sindacati delle toghe, finiscono per essere dei piccoli partiti. Questa logica clientelare finisce per prevalere su quella che è stata definita la meritocrazia, che ha sostituito il vecchio criterio dell’anzianità per esempio per il conferimento degli incarichi direttivi

4 – INGROIA, BASTA SERMONI. E’ ORA DI AGIRE…
“Su un punto non sono tanto d’accordo con Antonio Ingroia. Credo che ormai sia venuto il tempo di prendere un po’ in mano le redini della situazione: non si possono fare sermoni, cioè non bastano i sermoni, non basta dire comportiamoci bene.

Perché, a questo punto, è come mandare un sacerdote a celebrare una messa, a fare una predica al consiglio comunale di Napoli per risolvere la situazione, e faccio un esempio ovviamente paradossale e nessuno me ne voglia. I sermoni non bastano e occorre una volta per tutte fare questo passo: le correnti non possono avere cittadinanza, non possono avere patria di autogoverno della magistratura perché altrimenti continueranno a ricoprire incarichi direttivi le cosiddette vecchie signore”.

5 – IN TANGENTOPOLI I CAIMANI DI SINISTRA NON FURONO TOCCATI…
“Durante Tangentopoli accadde un fatto che merita di essere sottolineato. Premesso che non voglio denigrare la Magistratura nel complesso, perché la gran parte dei magistrati sono persone per bene, va detto però che c’erano, anche a causa delle correnti, delle protezioni che gran parte della Magistratura aveva avuto dalla sinistra, dal centro sinistra. Era un po’ restia ad andare fino in fondo quando si toccavano i caimani o quando c’erano da toccare dei caimani di diverso colore, se mi si consente ancora questa espressione, o dei caimani interni”.

Ieri caimani, oggi cacicchi, secondo la definizione di Gustavo Zagrebelsky, incalza Klaus Davi. “Si – risponde Forleo – condivido la sua analisi”.

6 – LASSISMO MORALE ALLONTANA LA GENTE DALLE URNE…
“La Sinistra perde nelle urne non solo perché il Premier ha delle televisioni, ma anche a seguito di un percepito diffuso di un suo certo lassismo morale. Io sono d’accordo con quello che ha detto Flores nell’ultimo numero di MicroMega: è inutile dire che Berlusconi prende più voti dell’opposizione perché Berlusconi ha le televisioni.

Magari ci sarà una fetta del popolo che vota Berlusconi per questo motivo, però non credo al popolo gregge. E quindi condivido quello che dice Flores quando spiega che il problema è che l’opposizione non è credibile, l’hanno capito tutti. La scarsa credibilità dell’opposizione ha fatto in modo che la gente o rimanesse a casa il giorno delle elezioni, oppure andasse a votare in un certo modo”.

7 – PERCHE CASCINI PUO ANDARE DALLA DANDINI E IO NON POSSO DA SANTORO?
Commentando la presenza di molti magistrati in tv, come ad esempio Cascini o Ingroia, Clementina Forleo spiega a Klaus Davi: “Sono del parere che un magistrato è prima di tutto una persona, prima di tutto un cittadino che esprime le sue opinioni come tutti gli altri e quindi può andare nelle trasmissioni tv, a meno che non ci siano ovviamente dei divieti. Non credo che il magistrato debba rimanere sotto una campana di vetro, soprattutto quando il dibattito sulla magistratura è abbastanza vivace.

Il magistrato può dire la propria opinione in qualunque sede lo ritenga opportuno; non può parlare delle proprie indagini, non può parlare delle indagini che lo riguardano, ma il magistrato è una persona come le altre. Non mi risulta che ci siano state ripercussioni di nessun tipo per chi va in tv, anzi sono persone che hanno fatto e faranno carriera”.

8 – HO PAGATO IL MIO SI ALLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE…
Il giudice ripercorre alcuni episodi della sua carriera: “Credo che ho incominciato ad essere scomoda per parecchi colleghi fin dal momento in cui ho partecipato a quel famoso convegno dell’Unione delle Camere Penali in cui osai parlare della necessità di separazione delle carriere. Era un tabù per un magistrato parlare di separazione delle carriere. E’ successa una cosa vergognosa, spero che la storia ne parlerà nei suoi libri, una cosa vergognosissima, non perché si parlava della Forleo, perché un giudice aveva osato pensarla diversamente, per altro in un convegno di studi.

Questo lo ha scritto anche il mio difensore nel ricorso al Tar, perché questa era una delle accuse che poi è caduta per fortuna, delle accuse che erano state riesumate come fatti dal CSM per esiliarmi. In quella sede ebbi a dire che la separazione delle carriere è uno strumento fondamentale per l’effettiva parità tra accusa e difesa e questo sempre a tutela del cittadino. Non ci può essere una parità tra difesa e accusa se il pubblico ministero, chiunque esso sia, anche la persona migliore del mondo, più corretta del mondo, continua ad essere un collega del giudice.

 Quando l’ho detto si è scatenato il putiferio. Si può dire tranquillamente, due anni fa sono stata volgarmente insultata, non ho querelato perché non amo querelare i colleghi ma ovviamente il tempo sarà galantuomo”.

9 – INTERCETTAZIONI INDISPENSABILI PER COMBATTERE IL CRIMINE…
Commentando il ddl sulle intercettazioni, il giudice Forleo dichiara: “Per la parte che ho seguito e che ho avuto modo di valutare, ho un po’ di perplessità sulla riforma delle intercettazioni telefoniche. Siamo tutti d’accordo che ne è stato fatto un abuso e, quindi, occorre intervenire pesantemente sulla pubblicazione di intercettazioni che non hanno alcun rilievo, che occorre intervenire pesantemente sulle gogne mediatiche, come anche ristringere il mercato delle intercettazioni.

Non sono però d’accordo sulla restrizione dei tempi, ad esempio, per alcuni reati: l’esperienza ci insegna (ne posso parlare tranquillamente perché non sono più titolare di quelle indagini) che non saremmo mai arrivati a scoprire i cosiddetti furbetti del quartierino che agivano ai danni dei tanti cittadini depredandoli dei loro risparmi, se le intercettazioni fossero state limitate a 60 giorni.

Quelle telefonate intervennero ben dopo i 60 giorni. Quindi non sono d’accordo e, peraltro, non capisco come uno strumento di prova possa essere fra i tanti limitato temporalmente rispetto alla durata massima delle indagini.
Io spero che la legge sia rivista, anche perché poi potrebbe presentare profili di incostituzionalità”.

10 – LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI…
“La legge non è uguale per tutti e soprattutto non è uguale per i poveri cristi. L’uguaglianza della legge per tutti è uno dei principi fondamentali della democrazia moderna, stabilita dall’articolo 3 della costituzione. La diseguaglianza effettiva è dovuta da alcuni motivi fisiologici, ma anche da alcuni, purtroppo, patologici. Quindi bisogna stabilire quali possano essere le terapie per risolvere questi problemi” ha spiegato la Forleo, motivando una sua dichiarazione contenuta nel libro di Antonio Massari “Un giudice contro”.

11 – RIFORMA ALFANO, LA DIFESA D’UFFICIO VA INCENTIVATA…
“Uno dei motivi dell’effettiva disuguaglianza è lo stato della difesa d’ufficio”: “A mio avviso, è sacrosanta per tutti, ma va incentivata in tanti modi, va finanziata. Dico anche che chi si iscrive nelle liste dei difensori d’ufficio (perché non è obbligatorio essere difensori d’ufficio) poi deve fare effettivamente il difensore, anche se viene chiamato il sabato perché c’è un arrestato.

Il difensore d’ufficio non può tenere il telefono spento, altrimenti deve incorrere in sanzioni disciplinari. Questa non è un’accusa ovviamente a nessuno, perché se qualcuno si ribella si chiama in causa. Il problema è istituire dei controlli sui difensori di ufficio e anche creare degli incentivi economici, perché appunto le difese d’ufficio siano effettive.
Ripeto questa non è un’accusa, come non era un’accusa prima ai pubblici ministeri.

Saranno poi gli organi forensi che devono attivarsi per rendere effettivamente sanzionabile la lesione del diritto di difesa in questi casi. Intanto il giudice ha il dovere di segnalare al consiglio dell’ordine queste omissioni, e il consiglio dell’ordine ha anche l’obbligo di intervenire. Non mi risulta che ci siano molte segnalazioni e molti interventi”.

12 – IO MINISTRO ? MAI, NON ACCETTEREI COMPROMESSI E MEDIAZIONI…
Io ministro della Giustizia? Alla provocazione di Klaus Davi, Clementina Forleo spiega: “Sarei presuntuosa a dire di si perché un politico, soprattutto un politico impegnato in prima linea, deve avere dei requisiti, delle doti naturali che io non ho, come il compromesso o la mediazione.

Un collega ha detto che avrei dovuto essere censurata disciplinarmente per aver dichiarato in un’intervista che un giudice non deve amare il compromesso e non deve amare la mediazione. Io ritengo che il giudice debba amare il diritto, debba, al di là dei suoi fisiologici errori, ossequiare la legge, ossequiare il diritto, ma non debba mai ossequiare la mediazione e il compromesso. Se ossequia il compromesso e la mediazione il diritto è morto. Il diritto è morto”.

13 – IL CENTROSINISTRA RINASCERA’ DALLE SUE CENERI…
L’inseguimento di alcuni simboli, delle banche, della ricchezza, la contaminazione con questi modelli, può essere la morte, la tomba del centrosinistra? Alla domanda di Davi, Clementina Forleo risponde: “Sottoscrivo, anche se credo, senza prendere posizioni, che la sinistra potrà, se vorrà, risorgere dalle sue ceneri. Come? Anche qui non possiamo raccogliere domani quello che si semina oggi.

Bisogna avere il coraggio di fare quello che per anni si è predicato dovessero fare altri, ovvero liberarsi di determinate persone, soprattutto anche liberarsi di certi schemi. Quale potrebbe essere una soluzione? Anche qui, mi richiamo all’ultimo numero di MicroMega per il quale potrebbe essere una possibilità di rinascita la creazione delle cosiddette liste civiche nazionali, un progetto che non è nuovo e che è ovviamente da allargare”.

14 – SINISTRA, RINASCITA CON LISTE CIVICHE DEI SENZA PARTITO…
Soffermandosi sul progetto delle liste civiche nazionali per un possibile rilancio della Sinistra, il giudice Forleo chiarisce: “Le liste civiche nazionali rappresentano un partito dei senza partito, un partito di persone che non fanno politica per professione, per trarre quindi dei vantaggi, ma lo fanno da intellettuali, da persone libere, da persone che si vogliono impegnare in politica e, in questo momento, credo che siano tante che possano costruire questo progetto.

 Un effetto boomerang per la sinistra è quello di difendere gli accadimenti degli ultimi tempi, gli scempi recenti, al di là della rilevanza penale di determinati fatti. Se si vuole predicare bisogna anche razzolare bene, quindi, a questo punto, occorre fare autocritica, occorre a mio avviso una svolta nell’opposizione, che secondo me, nel medio lungo periodo, necessità di questo passaggio.

Non voglio fare un discorso di sinistra, non voglio dire qualcosa di sinistra, voglio solo fare una diagnosi. La destra adesso è forte, la sinistra se vuole continuare a difendere dei valori storici deve differenziarsi. Faccio un esempio. L’altro giorno leggevo un brano di Scritti Corsari di Pasolini che mi ha accompagnato durante l’adolescenza. Era un famoso discorso apparso sul Corriere della Sera del ‘73, il discorso dei capelloni: Pasolini constatava il look di giovani di sinistra e di destra, dicendo che ormai destra e sinistra sono fisicamente sovrapponibili.

Ovviamente si trattava di giovani appartenenti a gruppi di estrema destra e gruppi di estrema sinistra. Qual è la differenza tra il ‘73 e il 2009? Che probabilmente quel “fisicamente”, quell’avverbio, dobbiamo toglierlo. Quindi, per evitare di essere sovrapponibili nel bene o nel male, non voglio dare giudizi di valore ma solo giudizi di fatto, occorre ovviamente recuperare un’etica che la sinistra ha perduto, è inutile, è inevitabile”.

15 – IO DEFICIT DI EQUILIBRIO ? CI SONO MAGISTRATI DA CASO CLINICO…
Perché Magistratura Democratica ha attaccato Clementina Forleo ? Non è perché lei è andata a toccare la casta, i poteri forti della Sinistra, e allora si è scatenato un meccanismo di autodifesa?

“Io sto ai fatti e i fatti dicono che per la prima volta, almeno che mi risulti, è stata addirittura censurata una mia ordinanza, l’ordinanza con cui richiedevo l’autorizzazione alle Camere di utilizzare quelle famose telefonate. Sono stata chiamata in sede disciplinare a rispondere di questo. Sta di fatto che in Magistratura Democratica persone come Livio Pepino, come Giovanni Palombarini, mi stimavano. Piergiorgio Morosini aveva dedicato un intero numero di “Questione giustizia”, che è una loro rivista, alla mia pronuncia sul terrorismo islamico, sulla differenza tra terrorismo e guerriglia.

Giovanni Palombarini aveva scritto un articolo sul Manifesto in cui mi elogiava. Livio Pepino mi aveva inviato un libro “Andreotti. I processi, la mafia” con dedica. Poi, improvvisamente, io divento pazza. Divento una persona che dà segni di squilibrio. Addirittura il capo del mio ufficio, che da poco era un reggente, anche lui in Magistratura Democratica, dirà che la dottoressa Forleo per i fatti di Annozero, di cui naturalmente sanno tutti, ha dimostrato deficit di equilibrio.

Poi siamo al caso clinico. La cosa che mi sconvolge è che ci sono dei magistrati che sono veramente dei casi clinici, che per questioni umanitarie vengono lasciati fare i giudici perché magari li si relega a ruoli giudiziari, a ruoli giurisdizionali. Queste persone che hanno subito dei traumi, che hanno problemi possono compromettere l’interesse dei cittadini”.

16 – EUTANASIA, SONO FAVOREVOLE. CASO ELUANA, NON MI PRONUNCIO…
“Sono favorevole all’eutanasia in determinati casi e con precise garanzie. Sul caso Eluana non mi sono mai pronunciata. Questa possibilità, secondo me, rientra tra i diritti civili. Noi siamo purtroppo un po’ in ritardo con la storia per tanti motivi, come ha detto Scarpinato nel suo bel libro “Il ritorno del principe”. Siamo in ritardo con la storia rispetto ad altre democrazie occidentali, per ragioni storiche, per ragioni geografiche. Quindi non ci dobbiamo meravigliare del fatto che sui diritti civili non siamo al passo con tante altre realtà. Una persona che ha bisogno, che vuole morire con dignità deve andare in Svezia, deve andare in Olanda, se se lo può permettere e se ovviamente è conscia”.

17 – DUBBI SULLA COSTITUZIONALITA’ DEI MEDICI ANTI – IMMIGRATI…
“Ho dei dubbi sulla costituzionalità del fatto che un medico possa denunciare un paziente extracomunitario. Ci sono diritti fondamentali che non appartengono solo ai cittadini o agli stranieri regolari, ma appartengono anche agli stranieri irregolari. Questo lo dice la giurisprudenza costante, oltre che la dottrina più affermata.

 Tra questi diritti per gli stranieri irregolari, gli stessi che vorremo mandare via a pedate in un certo posto del corpo, espressioni che a me non piacciono, ci sono il diritto alla salute e il diritto alla difesa. Il diritto alla salute non può essere concretamente garantito se si rischia di andare al pronto soccorso e essere denunciati per essere clandestini. Questa degenerazione della democrazia non mi piace. Si può essere o meno d’accordo sul fenomeno immigratorio, su come regolare questo fenomeno, però ritengo che ci siano due sacrosanti diritti dei clandestini da salvaguardare: il diritto alla salute, che non può essere negato a nessuno, e il diritto alla difesa”.

18 – ANM SI E’ CONSEGNATA AL POTERE…
Condivide le critiche di Travaglio espresse sul Riformista che parla di una parte dell’ANM venduta al potere? Clementina Forleo spiega a Klaus Davi: “Condivido pienamente: c’è stato chiaramente un accordo, della serie non ve li prendere voi, ve li diamo noi. Io adesso non voglio difendere l’ufficio, perché è una vicenda e non è una persona, il cosiddetto caso De Magistris, ma quello che è successo a Salerno, quello che è successo al dottor Apicella, se fosse accaduto nel ‘92 sarebbero scesi in piazza i magistrati, sarebbero andati con i carri armati sotto Palazzo Chigi.

Se quello che è successo al dottor Apicella e ai suoi sostituti, Verasani e Nuzzi, fosse successo a Borrelli e alla dottoressa Boccassini o al dottor D’Ambrosio, saremmo alla guerra civile. E invece qui non è successo niente. Tenga conto che il provvedimento di Catanzaro è stato confermato dal Tribunale del Riesame”.

19 – LA “MASSOMAFIA” DIETRO LO SCONTRO TRA PROCURE…
C’è chi parla di “masso mafia” negli ambienti giudiziari. Qual è la sua opinione? “Il cosiddetto scontro tra procure, che scontro non è stato, trova le sue origini nei nervi che si sono toccati a Catanzaro. Perché al di là della persona di De Magistris, dei suoi possibili errori, dei suoi limiti umani e difetti, se non avesse toccato determinati tasti non staremmo certamente a parlare del caso De Magistris.

Non sarebbe nato un caso De Magistris, non sarebbe stato quello che è stato definito a mio avviso impropriamente scontro tra Procure. Come non sarebbe nato il caso Genchi. Genchi è un consulente informatico, è stato il consulente di De Magistris, e mi risulta per certo che è stato consulente della Procura di Palermo e di altri vari magistrati calabresi.

Non posso dire esattamente se Genchi abbia violato qualche regola o non l’abbia violata, questo lo appureranno gli organi deputati a farlo. Io dico soltanto che se l’ha violata, l’avrà fatto forse in precedenza, perché lo si accusa di avere conservato questi dati nei suoi archivi personali. Non so a quale scopo, ma comunque non si sa. Nessuno è andato a sindacare se li ha conservati per arrivare a stabilire chi era l’omicida di un ragazzo che era morto in terra di Calabria per cause oscure. Grazie a Genchi si è arrivato ad individuare chi erano stati gli autori.

Nessuno ha detto niente sui dati e sui numeri nei tabulati acquisiti, quindi mi viene il legittimo sospetto che, come per Luigi De Magistris e come per i giudici di Salerno, si è colpito Genchi in questo momento perché c’erano infiltrazioni in quelle delicate indagini, non del cittadino comune, ma di questa “massomafia” che è un connubio tra massoneria e mafia. Perché poi la mafia non è altro che il braccio armato di settori deviati dello Stato.

Questo lo dice Scarpinato nel “Ritorno del principe”: non possiamo pensare che la mafia sia fatta di persone con la lupara e con la coppola che fanno saltare Falcone o Borsellino. Questo lo ha detto il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore Bosellino, che ha detto e scritto sul suo sito che Genchi è stato l’uomo che ha consentito di stabilire chi ha fatto partire l’esplosivo che ha determinato la strage di via D’Amelio. Probabilmente senza Genchi, o a consulenti della portata di Genchi, con la polizia giudiziaria non si sarebbe mai arrivati a queste verità. Ci sono tante verità scomode su cui Genchi ha fatto luce”.

20 – GENCHI NEL MIRINO PERCHE’ E’ ARRIVATO A QUALCHE INTOCCABILE…
“Anche io avrei potuto usare Genchi, come avremmo potuto usarlo tutti – spiega Clementina Forleo -. E’ vero, come dicono molti, che c’è la polizia giudiziaria e che si può indagare senza il bisogno dei consulenti, ma la polizia giudiziaria purtroppo spesso ha dei limiti. Voglio solo dire che mi fa sorridere chi dice che la polizia giudiziaria possa sostituire questi consulenti, che ci sono sempre stati e sempre ci saranno, nonostante una polizia giudiziaria efficiente. Ci sono delle realtà in cui, per una serie di motivi, la polizia giudiziaria non è in grado, per i mezzi e per le strutture che ha, di fare un certo tipo di lavoro come lo fanno i consulenti.

Quindi ben vengano, nell’interesse di tutti, nell’interesse di chi muore o di chi può morire. Ben vengano i soldi spesi, perché credo che ogni cittadino debba rinunciare a un po’ di denaro che ogni mese può venirgli nel portafoglio per la propria sicurezza, la propria libertà, e per la libertà e la sicurezza dello Stato in cui vive. Tante volte, per acquisire un tabulato, e questo lo dico per diretta esperienza, occorrono anni.

Quindi, a volte, occorre in indagini delicate, in indagini in cui è necessario agire con determinata tempestività, avvalersi di consulenti di un certo spessore. Genchi per un omicidio che si era verificato qualche tempo aveva acquisito dei tabulati, se non erro, il doppio rispetto a quelli acquisiti nella famosa indagine “Why not”. Perché c’è quindi nel mirino Genchi? Perché attraverso questi tabulati si è arrivato a qualche intoccabile, credo”.

21 – UCCIDERMI ? NON HO PAURA DELLA MORTE…
“Io non ho paura della morte, anche perché chi ha paura di morire, come ha detto qualcuno, muore ogni giorno. Quello di cui ho paura, francamente, non riguarda la mia persona, bensì sono questi tentativi di delegittimazione continui, asfissianti, che provengono da settori delle istituzioni, tentativi di delegittimazione che riguardano non solo la mia persona, ma che hanno riguardato o che riguardano altre persone che hanno voluto volontariamente cantare fuori dal coro, e non per un mero capriccio. Persone che adesso stanno pagando. Credo che in questo momento nessuno abbia interesse a togliermi la vita”.

22 – PER UCCIDERE UN GIUDICE ? L’ESILIO, NON IL TRITOLO…
“Ritengo che oggi non sia comodo, e non farebbe comodo a nessuno, ammazzare un giudice. Per ammazzare una Forleo, un De Magistris, un giudice in generale, lo si delegittima, lo si manda in esilio. “Prima i giudici venivano uccisi con il tritolo. Senza paragonarmi per carità a persone che hanno dato la vita per il loro lavoro, e che hanno esternato in televisione denunciando fatti gravissimi, ritengo che adesso non è comodo e non farebbe comodo a nessuno uccidere con il tritolo. Il problema è che molti credono che in questo modo, con questa delegittimazione continua, con queste asfissie continue, a un certo punto i giudici perdano il controllo dei propri nervi. Non hanno fatto bene i conti: i nervi ce li manteniamo saldi”.

23 – PIAZZA FONTANA, LA VERITA’ NON VERRA’ MAI A GALLA…
“Sono passati tanti anni ma la verità su piazza Fontana non è arrivata, come non arriverà. Da questo punto di vista sono pessimista e disillusa. Il problema non è Zorzi, lui era uno degli esecutori secondo l’accusa, insieme a Maggi e insieme a Rognoni. Ordine Nuovo Veneto era la manovalanza, ma c’era qualcos’altro dietro. Su questo qualcos’altro, ci sono stati dei vuoti, per cui queste “manine” sono rimaste salve. E magari siedono ancora in parlamento, non lo sappiamo.

Per “manine” io intendo questi poteri occulti, questi poteri forti nel senso negativo del termine che agiscono non solo in questo, ma agiscono ad alti livelli”.

24 – MORTE DI BORSELLINO EMBLEMA DEI POTERI OCCULTI…
“La morte di Borsellino è una vicenda emblematica, un mistero su cui si spera di far luce. C’è qualcosa che Borsellino sapeva e che avrebbe potuto svelare? Perché è scomparsa la sua agenda? Perché sono stati rinvenuti degli appuntamenti con dei personaggi che hanno negato di avere avuto questi incontri? Personaggi di grosso rilievo istituzionale che sono lì. Perché abbiamo un vice presidente dell’Autority per la Privacy che, in una famosa telefonata, ebbe a dire di De Magistris: “è inutile ucciderlo, gli facciamo passare gli anni suoi a difendersi e affidiamo i soldi alla Camorra” ?

Sarebbe stata una battuta di pessimo gusto qualora i fatti non fossero stati quelli che sono stati. A volte, scherzando con De Magistris e altri colleghi, diciamo “Per fortuna c’è stato Chiaravalloti”, che è questa persona che parlava di queste cose ma anche di altro, manipolava i procedimenti con dei magistrati del posto, caldeggiava determinati processi. Diciamo: “Meno male che c’è stata questa telefonata che abbiamo avuto la fortuna di poter sentire perché siamo forse tutti un po’ tranquilli: passeremo gli anni nostri a difenderci, ma almeno sappiamo perché”. Queste persone sono tutte al loro posto e nessuno ci spiega perché”.

25 – RIFORMA CSM PER ARGINARE POTERI FORTI…
“Per arginare i poteri forti dico che il problema di base è la riforma dell’organo di autogoverno della magistratura. Se non ci fossero state delle connivenze, e questo è stato il peccato mortale di Luigi De Magistris, dei giudici di Salerno e degli altri giudici che hanno dato la vita anni fa, con questi potentati politico-economici che volevano far saltare le regole della democrazia non saremmo qui a parlare. Ci sarebbe stato sempre un giudice libero e indipendente a fare giustizia.

Perché giustizia non è stata fatta? Perché nei posti di vertice della magistratura, nei posti apicali, sono state messe persone delle correnti, non certamente per meriti ma perché dovevano rispondere e dare una mano ai potentati politico-economici che gradivano il silenzio, quantomeno su determinate vicende? Gradivano che determinati tasti non fossero toccati è evidente.

Ecco perché dico di riformare il CSM per garantire al cittadino che nei posti di comando, nei posti direttivi, soprattutto dei grossi centri, vadano persone che abbiano meriti, ma meriti non nel senso di aver sottoscritto un certo numero di sentenze o statistiche eccellenti, ma persone coraggiose e di moralità elevata”.

26 – SI ALLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE E A DUE CSM…
“Se si separano le carriere, inevitabilmente due Csm si rendono necessari. Anche De Magistris a Pescara, in occasione della commemorazione di Borsellino, ha detto le stesse cose: ben venga la separazione delle carriere, è evidente che i pubblici ministeri devono esserci. Per gli inquirenti ci devono essere le stesse garanzie di indipendenza e autonomia che ci sono per i giudici, altrimenti siamo punto e a capo”.

27 – SI ALLE UNIONI GAY…
“Non sono assolutamente contraria, non ritengo che l’omosessuale sia un diverso. Si tratta ovviamente di regolamentare il fenomeno”

28 – IN MAGISTRATURA TROPPE DONNE NEMICHE DELLE DONNE…
“La Magistratura è sicuramente è un mondo maschilista, ma questo non dipende solo dagli uomini ma anche da molte donne. Io credo che in ogni ambiente, purtroppo, le stesse donne possano essere, per ragioni psicologiche, culturali o di competizione, le peggiori nemiche delle donne. Quindi il maschilismo è un fenomeno che non attribuirei soltanto agli uomini: le donne, a volte, devono combattere con le donne, e non con gli uomini” ha spiegato il giudice Forleo intervenendo sulla questione delle pari opportunità. Ha inoltre aggiunto di essere contraria alle quote rosa in politica.

via dagospia

l’intervista su:  

 http://www.youtube.com/klauscondicio

TEMIS: il magistrato è “la voce della legge” e per questo dovrebbe parlare solo tramite gli atti giudiziali.

 

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