SINDACO E CONSIGLIERI SI BEFFANO DI CITTADINI E MAGISTRATURA

Ci stanno trattando da scemi, noi cittadini e la magistratura.

Come abbiamo già denunciato e documentato, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza si è fatto una speculazione personale da 200.000 euro acquistando illegalmente e rivendendo a costruttori consapevoli un terreno del Comune, con la complicità attiva e passiva continuata di funzionari, assessori e consiglieri di maggioranza e di opposizione.

Continuano a coprire la speculazione personale illecita di Dipiazza.

Non succede neanche nelle regioni di mafia, dov’è accaduto qualcosa di simile l’autorità si è mossa subito, e i bandi d’asta immobiliare dei Comuni precisano tutti il divieto di acquisto per sindaco e consiglieri. E non rientra nella loro discrezionalità politica, ma tra gli illeciti commessi in veste di pubblici ufficiali, ed in ipotesi di reati associativi, pluriaggravati e continuati che vanno dall’abuso d’ufficio all’omissione d’atti, alla truffa. Greenaction Transnational ne ha fatta denuncia alla Procura della Repubblica già nel novembre scorso, con prove documentali complete e pubbliche (atti tavolari) che consentivano perciò di procedere immediatamente. Il quotidiano locale ne diede la notizia, ma poi tacque, come le istituzioni.

Abbiamo perciò lanciato noi, che siamo nati a maggio, la necessaria campagna giornalistica di indagine e denuncia, chiedendo le spiegazioni o dimissioni dei responsabili. Che hanno invece mantenuto compatti un silenzio omertoso, di fronte al quale abbiamo chiesto a Prefetto e Regione il commissariamento del Comune, ed io ho presentato personalmente nuove denunce alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti, alla quale si è rivolta anche Greenaction.

Quando noi siamo andati in pausa ferie Sindaco e consiglieri hanno finalmente reagito, ma con dichiarazioni menzognere al quotidiano locale che le ha pubblicate di nuovo senza verifica. Dipiazza ha infatti dichiarato falsamente che la compravendita era regolare, scaricandone comunque la responsabilità sul Consiglio comunale che l’aveva discussa ed approvata a maggioranza.

I consiglieri, pseudo-opposizione compresa, hanno scaricato la responsabilità sui funzionari, affermando falsamente che per legge sarebbero loro, e non il Consiglio, a decidere queste compravendite immobiliari, ed attribuendo simile tesi ai funzionari stessi, avvocatura comunale inclusa. I quali sembrano acconsentire tacendo, come gli assessori coinvolti, ed in particolare quelli al patrimonio di allora, il Giorgio Rossi che lasciò vendere illecitamente il terreno comunale al sindaco, e di adesso, il Claudio Giacomelli che dovrebbe agire per recuperarlo, ed è pure avvocato.

Ma con oggi usciamo di nuovo in edicola noi. E vi confermiamo che tutti costoro ci stanno prendendo per scemi.  Perché non possono non sapere tutti benissimo che la vendita al sindaco era ed è espressamente vietata dall’art. 1471 del codice civile, con precise conseguenze anche penali ed erariali. E che i poteri di decisione finale sulle compravendite immobiliari del Comune sono espressamente assegnati al Consiglio – il quale li ha infatti esercitati – dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (D.Lgs. 267/2000, art. 42, 2, l), in forza del quale gli illeciti da essi compiuti determinano anche l’impossibilità di ricoprire la carica di sindaco e di consigliere (artt. 77, 2 e 63).

Il Comune di Trieste ha 45 consiglieri, un vicesindaco, 9 assessori, e nove tra partiti e liste, il tutto di una mediocrità già disastrosa. Nessuno di essi, anche tra i non responsabili dell’illecito originario, ha mostrato sinora la dignità ed il coraggio di dissociarsene ammettendolo pubblicamente: né quando venne commesso, né dopo, e nemmeno di fronte alle denunce penali e di stampa. E così i loro politici e partiti di riferimento provinciali e regionali.

Questo scandalo pubblico non coinvolge perciò soltanto il Sindaco Dipiazza ed i suoi, ma tutto il potere politico locale. E la copertura concorde di un illecito così grave rivela tutto un sistema trasversale corrotto di complicità in spregio alla legge ed ai cittadini. Lo stesso che da decenni vediamo estendersi ancora impunito nel settore degli appalti, nei piani regolatori ed a quant’altro già oggetto di non poche indagini giudiziarie.

E questi politicanti, di maggioranza e opposizione, così indulgenti tra di loro sono anche gli stessi che mandano o lasciano mandare la polizia municipale in caccia empia ai più deboli: mendicanti, affamati che frugano nelle immondizie, vittime della prostituzione, miseri venditori di minuzie, poveri artisti di strada. Noi, da cittadini prima che da giornalisti, non siamo disposti a lasciarci ancora parassitare né prendere in giro da questo genere di prepotenti, quali che ne siano il colore o le cariche.  E la magistratura?

Paolo G. Parovel

4 Settembre 2010 

http://www.iltuono.it/A2010/10-09-04.pdf
 
 
 
 
 

 

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